Utero in affitto: Mpv, “renderlo reato internazionale calendarizzando con urgenza disegni di legge esistenti”

“Non basta denunciare e chiedere di abolire. Bisogna ripartire, promuovere, mostrare la bussola per orientare il cammino su nuove strade. Il bandolo della matassa? Tutti, tutti insieme dobbiamo ‘gridare’: è uno di noi”! Sì, perché tutto questo ambaradan ha un protagonista indiscusso che viene sistematicamente ignorato: il figlio chiamato all’esistenza dalle tecnologie di riproduzione umana”. Questo l’appello del Movimento per la vita che ancora una volta prende posizione contro la cosiddetta “maternità surrogata”. “Se lui – per primo – è calpestato, considerato un ‘grumo di cellule’, come si può pensare di liberare dalla nuova schiavitù dell’utero in affitto chi è ingannato e sfruttato dall’ideologia dei falsi diritti che troneggiano nel campo della cosiddetta ‘procreazione medicalmente assistita’?”, si legge ancora nel testo. Il riferimento è al “Désir d’enfant”, Fiera dei “bebé su misura” che si è tenuta lo scorso fine settimana a Parigi, un evento in espansione e che dovrebbe tenersi a Milano il 14 e il 15 maggio 2022. All’interno del “Salone” anche stand che pubblicizzano la maternità surrogata con informazioni e costi. Una pratica, sostiene il Mpv, che “tiene insieme in un torbido cocktail composto da interessi commerciali, giri di soldi e affari, povertà che vengono rese ancor più povere da questa nuova forma di schiavitù di corpo e sentimenti”.
“Ferma restando l’attenzione sui diritti del concepito – prosegue il Mpv -, è necessario frenare la mercificazione del corpo femminile e dei ‘figli prodotto’ con una fattispecie penale che renda l’utero in affitto reato internazionale. 70 associazioni che fanno parte del Network Polis pro Persona hanno sottoscritto un appello lo scorso 6 maggio per chiedere una legge asciutta e chiara che renda reato la maternità surrogata anche se il fatto è organizzato all’estero (la legge 40/2004 sanziona penalmente la maternità surrogata, ma solo se il fatto avviene in Italia)”. “Esistono già due disegni di legge alla Camera (A.A.C. 306 e 2599) – di qui l’interrogativo finale-:  potrebbero essere calendarizzati in aula con la massima urgenza per diventare legge il prima possibile?”.

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