Scuola: Scannavini (ActionAid), “rendere efficaci e rispettare gli spazi di partecipazione e consultazione dei giovani”

“La pandemia ha reso ancora più bassa la partecipazione degli studenti nei luoghi di confronto della scuola superiore. Già prima dell’emergenza Covid-19 per un alunno su due le assemblee di istituto e di classe si tenevano solo poche volte l’anno o mai, mentre le assemblee di classe vedevano la partecipazione attiva di 6 studenti su 10, e solo 4 su 10 partecipavano con interesse a quelle di istituto”. Con lo scoppio della pandemia e l’avvio della Dad, “il dato diventa ancora più preoccupante: solo per un quinto si sono svolte assemblee di classe e di istituto online come prima”. È il quadro che emerge dall’indagine “Gli studenti e la partecipazione” svolta su circa 800 studenti delle superiori nella fascia d’età 14-19 anni, condotta da Ipsos per ActionAid, in collaborazione con Unione degli studenti. La ricerca ha fotografato le opinioni delle ragazze e dei ragazzi adolescenti alla vigilia del secondo rientro in classe dall’inizio della pandemia e in vista del Pnrr, per verificare il valore della partecipazione degli studenti alla governance scolastica, delle collaborazioni con il terzo settore, e delle sfide dell’istruzione in Italia secondo lo sguardo dei protagonisti.
“Ad andare in crisi sono gli strumenti di partecipazione effettivi a disposizione degli studenti. Per creare davvero una scuola inclusiva e combattere l’abbandono e la dispersione scolastica è necessario che si rendano efficaci e si rispettino gli spazi di partecipazione e consultazione dei giovani. La nostra esperienza dimostra che la bassa partecipazione alimenta le diseguaglianze. Senza la voce qualificata degli studenti sul futuro della scuola il piano di investimenti del Pnrr rischia di diventare un’occasione persa”, dichiara Katia Scannavini, vice segretaria generale di ActionAid.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori