Secondo una ricerca dell’Unicef condotta in India, Maldive, Pakistan e Sri Lanka, nonostante notevoli sforzi da parte dei governi e dei partner per espandere la didattica a distanza, la chiusura delle scuole a causa della pandemia da Covid-19 ha interrotto l’apprendimento per 434 milioni di bambini in Asia meridionale. In India, l’80% dei bambini tra i 14 e i 18 anni ha riportato livelli di apprendimento inferiori rispetto a quando andava fisicamente a scuola. Allo stesso modo, nello Sri Lanka, il 69% dei genitori di bambini della scuola primaria ha riferito che i loro figli stavano imparando “meno” o “molto meno”. Le ragazze, i bambini provenienti dalle famiglie più svantaggiate e i bambini con disabilità hanno affrontato le sfide maggiori nell’apprendimento a distanza.
Di “regione con scarsa connettività e accessibilità ai dispositivi” parla George Laryea-Adjei, direttore regionale Unicef per l’Asia meridionale. “Anche quando una famiglia ha accesso alla tecnologia – aggiunge -, i bambini non sono sempre in grado di accedervi. Di conseguenza, i bambini hanno subito enormi battute d’arresto nel loro percorso di apprendimento”. Riaprire le scuole in sicurezza è dunque una priorità assoluta, assicurando allo stesso tempo che i bambini siano in grado di perseguire un apprendimento di qualità a distanza, se necessario. Per questo Unicef chiede ai governi di “dare priorità alla vaccinazione degli insegnanti per sostenere la riapertura in sicurezza delle scuole”, di formarli e dotarli di attrezzature per raggiungere meglio i bambini e gli adolescenti con accesso limitato o nullo alla tecnologia attraverso una combinazione di modalità che includa dispositivi mobili, Tv, radio e materiale stampato; di “proteggere ed espandere gli investimenti nell’istruzione, compresi l’alfabetizzazione e il calcolo pre-primari e di base”.