Ricerca e sviluppo: Istat, le imprese restano i principali finanziatori della spesa. In ripresa le attività nel Mezzogiorno, aumenta la presenza femminile

Nel 2019, la spesa del settore privato (imprese e non profit) continua a essere la principale componente della spesa in ricerca e sviluppo (R&S) intra-muros complessiva (64,9%). Le imprese hanno investito 16,6 miliardi di euro (lo 0,93% del Pil) con un peso pari al 63,2% della spesa totale, che resta invariato rispetto all’anno precedente. Lo comunica oggi l’Istat diffondendo i dati di “Ricerca e sviluppo in Italia” riferiti al triennio 2019-2021.
Le stime registrano una minore partecipazione delle Università, che concorrono al 22,5% alla spesa complessiva (-0,3 punti percentuali rispetto al 2018), mentre le quote del settore pubblico (12,5%) e del non profit (1,8%) crescono, rispettivamente, di +0,1 e +0,2 punti percentuali.
“Con riferimento alle fonti di finanziamento, le imprese – viene spiegato – si autofinanziano per la maggior parte della spesa in R&S (14,7 miliardi, pari al 55,9% dei finanziamenti complessivi). Seguono il settore delle istituzioni pubbliche con il 32,3% (8,5 miliardi) e i finanziatori stranieri che partecipano con il 9,6% della spesa (circa 2,5 miliardi). Rispetto al 2018, aumenta la spesa finanziata dalle imprese nazionali (+1,4 punti percentuali), mentre sono in calo sia la componente estera sia quella pubblica (rispettivamente -1,0 e -0,4 p.p.). Resta pressoché stabile la quota dei finanziamenti sostenuti dal non profit e dalle Università”.
Dal report emerge anche che “le piccole imprese continuano a farsi strada nella R&S” e che si registra un “forte interesse per lo sviluppo sperimentale di nuovi prodotti e processi”. Inoltre, “si conferma l’ampio divario tra il Nord e il resto del Paese. La spesa in R&S resta fortemente concentrata sul territorio, oltre il 60% è al Nord. I tre quarti della spesa totale (circa 20 miliardi di euro) sono effettuati da sei Regioni: Lombardia (20,2%), Lazio (14,2%), Emilia-Romagna (12,9%), Piemonte (11,9%), Veneto (8,7%) e Toscana (7,5%) mentre l’intero Mezzogiorno (Sud e Isole) contribuisce con una quota pari al 14,5%”.
Infine, nel 2019 si è registrata una crescita del personale impegnato in attività di R&S pari a 544mila addetti (527mila nel 2018; +3,3%); le donne impegnate in attività di R&S sono circa un terzo degli addetti e ammontano a 176mila (+5,2%), anche se “nel settore delle imprese la presenza femminile nelle attività di R&S continua a essere, in termini relativi, bassa e minore rispetto a quella negli altri settori: 22,2% degli addetti alla R&S in Etp (equivalente a tempo pieno) contro il 55,9% delle istituzioni private non profit e il 49,2% delle istituzioni pubbliche”.

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