Naufragio a Lampedusa: p. Ripamonti (Centro Astalli), “l’Italia non lasci passare invano la tragedia, imponga all’Ue un cambio nella gestione dei flussi nel Mediterraneo”

“L’Italia non lasci passare invano questa tragedia, imponga all’Unione europea un cambio di passo nella gestione dei flussi nel Mediterraneo e metta al centro di accordi e trattative il rispetto dei diritti umani dei migranti e del loro ingresso sicuro in Europa”. Così padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, commenta l’ennesimo naufragio di migranti al largo di Lampedusa. Il Centro Astalli, in una nota, “esprime profondo cordoglio per la morte ingiusta ed evitabile di almeno otto persone a causa del naufragio di un’imbarcazione nelle acque di Lampedusa. I migranti, per lo più donne di cui una incinta, erano tutte in fuga dalla regione subsahariana, stando a quanto emerge dalle testimonianze dei 46 superstiti del naufragio”. Il Centro Astalli chiede alle istituzioni nazionali ed europee misure immediate volte ad “attivare un’operazione di soccorso e salvataggio ad ampio raggio nel Mediterraneo che intervenga in aiuto delle imbarcazioni in difficoltà e porti i naufraghi in un porto sicuro che non deve essere la Libia”. Inoltre viene chiesto di “fare in modo che tutti gli Stati dell’Unione accolgano in modo proporzionale i migranti forzati attraverso la gestione strutturale e sistematica di canali umanitari e visti di ingresso che diventino finalmente alternativa e deterrente al traffico di esseri umani”.
“La traversata del Mediterraneo – conclude Ripamonti – è una rotta che non si può interrompere attraverso politiche di esternalizzazione per il contenimento dei flussi. I governi da anni si concentrano su accordi con Paesi terzi non sicuri per impedire gli arrivi di migranti in Europa, ma l’unico risultato che si ottiene è un’incalcolabile strage di innocenti”.

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