Aggiornamenti sociali: “Siamo tutti razzisti”, l’editoriale di padre Costa su un fenomeno senza confini

“È passato un anno da quando, il 25 maggio 2020, a Minneapolis George Floyd, afroamericano, fu ucciso durante l’arresto da Derek Chauvin, poliziotto bianco, il cui processo è attualmente in corso nella città statunitense. La brutalità delle immagini subito pubblicate su Intenet e sui social media dai presenti, in cui si vede Floyd agonizzare sotto il ginocchio di Chauvin che lo soffoca, pronunciando ripetutamente le parole ‘I can’t breathe’ (Non riesco a respirare), suscitò una ondata di proteste nel Paese, complice anche la campagna presidenziale in corso, e in molte altre parti del mondo, coinvolgendo centinaia di migliaia di cittadini oltre a numerose stelle dello sport e dello spettacolo”. Padre Giacomo Costa affronta, nell’editoriale del numero di maggio di “Aggiornamenti sociali” (qui i contenuti del numero), il problema del razzismo che “continua a ripresentarsi come un problema non risolto, negli Stati Uniti e più in generale in Occidente”. Afferma: “È certo corretto stigmatizzare ogni violenza ingiustificata, da qualunque parte provenga, ma sarebbe semplicistico pensare che tutto si possa risolvere con la repressione di comportamenti individuali sbagliati. Come in altre situazioni analoghe, quali i casi di femminicidio, il ripetersi degli episodi è la spia di un problema strutturale più vasto e profondo, che va ben al di là dei singoli fatti, pur gravissimi”.
“Affrontare la galassia del razzismo è una questione tanto urgente quanto complessa, innanzi tutto per le reazioni di resistenza che si scatenano appena si oltrepassa la soglia delle dichiarazioni di principio”. Le pagine successive entrano nel merito della questione, alle quali lo stesso Costa premette due “precisazioni”. “Innanzitutto il discorso qui svolto è inevitabilmente situato, in quanto a farlo è un bianco che scrive per un pubblico in stragrande maggioranza bianco: può sembrare scontato, ma, come vedremo, è al cuore del problema. La seconda è che alcuni passaggi risulteranno scomodi e fastidiosi, a partire dall’uso del termine ‘bianco’o dal provocatorio titolo (‘Siamo tutti razzisti’, ndr) di questo editoriale, perché sovvertono molti luoghi comuni dati per scontati. È una fatica che è necessario affrontare se si vuole davvero fare qualche passo in avanti”.

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