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Carceri: Consiglio d’Europa, calano i detenuti nel Vecchio Continente. Record reclusi in Russia e Turchia, 60mila in Italia. “Criminali informatici difficili da scovare”

(www.coe.int)

Secondo le statistiche penali annuali per il 2020, pubblicate oggi dal Consiglio d’Europa con i dati relativi alla popolazione carceraria di 51 amministrazioni penitenziarie in Europa (Space I), il numero di detenuti per 100mila abitanti ha continuato a diminuire: al 31 gennaio 2020, c’erano 1.528.343 persone detenute in 51 (delle 52) amministrazioni penitenziarie, vale a dire un tasso di incarcerazione europeo di 103,2 detenuti per un milione di abitanti (-1,7% rispetto al 2019). Dal 2013 il calo complessivo è stato del 20%. La diminuzione sarebbe dovuta, come spiega Marcelo Aebi, coordinatore del team di ricercatori dell’Università di Losanna responsabile del progetto Space, alla “diminuzione del numero di reati tradizionali”, mentre l’aumento della criminalità informatica “si traduce in un minor numero di condanne perché gli autori di questi reati sono spesso basati al di fuori del territorio nazionale e sono difficili da trovare e da punire”. I Paesi con i più alti tassi di incarcerazione al gennaio 2020 sono Turchia (357 prigionieri ogni 100mila abitanti), Russia (356), Georgia (264), Lituania (220), Azerbaigian (209), Repubblica Ceca (197), Polonia (195), Repubblica slovacca (193) ed Estonia (184). Dalla parte opposta della scala, Islanda (45), Finlandia (50), Paesi Bassi (59) e Norvegia (59). In termini assoluti è la Russia il Paese europeo con il maggior numero di detenuti (519.618). L’Italia è al 7° posto con 60.971 detenuti.

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