Brexit: Irlanda del Nord, nuovi scontri. Johnson, “molto preoccupato per la violenza”. Long, “colpa di Londra”

È tornata la violenza in Nord Irlanda durante una quarta notte di scontri tra gli agenti di polizia e gli abitanti di Belfast nelle stesse zone della città protagoniste dei “Troubles”, il periodo di conflitto tra la fine degli anni Sessanta e la fine dei Novanta prima dell’Accordo di pace del Venerdì santo. A Shankill road e Springfield road, al confine tra i quartieri protestanti e quelli cattolici, la folla ha attaccato gli agenti di polizia con bombe a benzina. Sette poliziotti sono rimasti feriti, un bus è stato bruciato e un fotogiornalista assalito. In un tweet il premier britannico Boris Johnson ha fatto appello alla calma e si è detto “molto preoccupato per la violenza”. Un incontro di emergenza del governo nordirlandese è stato convocato oggi per discutere della situazione. Secondo la Bbc, però, la diversa interpretazione delle cause degli scontri da parte di partiti sul versante opposto del conflitto renderà il dialogo difficile. A riunirsi dopo mesi di sospensione, sarà, sempre oggi, anche il parlamento di Stormont dove una mozione, proposta dal partito Alliance party, chiederà ai rappresentanti dei partiti di condannare la violenza. È stata proprio la leader di questo partito, il ministro per la giustizia nordirlandese Naomi Long, ad incolpare il governo britannico per la situazione. “Hanno deciso di abbandonare il protocollo concordato con la Ue”, ha detto il ministro Long alla Bbc. “E, in questo modo, incoraggiano il mancato rispetto della legge”.

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