Diocesi: mons. Battaglia (Napoli) ai sacerdoti, “sentiamoci tutti ‘cercati e cercatori’ di chi ha perduto la speranza, di chi fa fatica a ritrovare la strada”

“L’ultimo tampone ha dato esito negativo, ma avverto ancora tanta fatica e senso di spossatezza; mi aspetta un ulteriore tampone di conferma e un tempo di convalescenza prima di uscire ufficialmente dall’isolamento e riprendere la vita quotidiana”. Lo scrive mons. Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli, in una lettera ai sacerdoti, informandoli sulla sua salute, dopo aver contratto il Covid-19. “Sento di ringraziare ognuno di voi per l’affetto e la vicinanza che, in vario modo, mi avete dimostrato; mi sono sentito accompagnato e sostenuto dalla vostra presenza e dalla vostra preghiera. Come ho detto a molti di voi e a quanti ho già incontrato e sentito telefonicamente, vorrei che tra me e voi sacerdoti ci fosse un rapporto diretto. Non esitate a contattarmi per qualsiasi cosa”, precisa il presule, che chiede “un pensiero e un’attenzione per i sacerdoti che stanno facendo più fatica: in particolar modo per don Roberto Granatino, ricoverato da qualche giorno in ospedale, a causa del Coronavirus; per gli altri sacerdoti e religiosi colpiti dal virus, per tutti i sacerdoti anziani, per quelli ammalati, per chi è in difficoltà”. Di qui l’invito: “Non lasciamo solo nessuno! Prendiamoci cura, in questo modo, del nostro essere fratelli, condividendo l’unico sacerdozio. Prendiamoci cura della nostra fraternità presbiterale. Diventiamo costruttori di comunione autentica e possibile, tra di noi e con la nostra gente. Proviamo ad inventare nuovi stili di vicinanza, nuovi modi per continuare a camminare insieme, per sentire tutto l’amore e la cura che il Padre ha per ognuno di noi. Prego perché il Signore vi doni coraggio nelle difficoltà e nei momenti di fatica che state sperimentando, a causa della pandemia e non solo”. E ancora: “Non vi scoraggiate mai! Coraggio, il Signore ci è accanto e si prende cura della vita di ciascuno di noi!”.
Dopo “un pensiero affettuoso a tutti i nostri seminaristi e ai loro formatori”, l’arcivescovo esorta: “Sentiamoci tutti ‘cercati e cercatori’. Sentiamo quell’amore del Pastore che lascia ogni cosa per cercare, trovare, caricare sulle spalle e riportare a casa; e, nello stesso tempo, impariamo ad essere segno concreto attraverso il quale il Signore cerca i nostri fratelli e sorelle. Siamo chiamati a metterci in cammino alla ricerca di chi ha perduto la speranza, di chi fa fatica a ritrovare la strada, di chi si sente smarrito a causa della paura e della solitudine, di chi soffre. Cercati dal Signore, mettiamoci in ricerca di chi, fratello sacerdote o laico/a che sia, ha bisogno di essere accolto nella sua fragilità, di sentirsi ascoltato, di essere preso per mano ed accompagnato”. “Io ci sono”, secondo mons. Battaglia, “è quanto di più bello possiamo sentirci dire e dire in questo tempo. A noi stessi. Ai nostri confratelli. Alla nostra gente. Che la gente senta che ci siamo. Che ognuno di noi senta che l’altro c’è”.

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