Violenza su donne: don Buonaiuto (Interris.it), “la bellezza non si rapina, non si compra, non si deturpa”

foto SIR/Marco Calvarese

“La bellezza non si rapina, non si compra, non si deturpa”, afferma on Aldo Buonaiuto, fondatore di Interris.it e sacerdote impegnato contro lo sfruttamento delle donne vittime di violenza e tratta, rivolgendosi oggi, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, in una lettera aperta al femminicida e alla società “sua complice”.
Le agenzie formative, chiede il sacerdote, “hanno mai realmente compreso l’abisso in cui precipitavi? Perché nessuno si è accorto del tuo patologico desiderio di possesso? Come mai non hai imparato ad accettare un diniego? È possibile che neppure le lacrime della tua vittima ti abbiano sfiorato il cuore offuscato da una visione distorta e malata dell’affetto? Ma tu, come puoi continuare a scagliare la pietra contro una creatura inerme, posta dalla creazione a fondamento del succedersi delle generazioni?”. Purtroppo, osserva il sacerdote, “altri cadranno in questo inferno finché non verrà sconfitta la cultura di morte che provoca la soppressione della vita femminile fin dal grembo materno. Dagli aborti selettivi nelle nazioni più popolose allo sfruttamento delle bambine lungo la Via Crucis della tratta, alla discriminazione di genere che, in alcune zone del mondo imprigionano ‘il genio femminile’ (secondo la definizione di Karol Wojtyla). Tutto ciò si perpetua nell’istruzione negata, nei matrimoni combinati, nella prostituzione coatta, nell’esclusione dalla vita pubblica”.
“Tu forse non lo sai, ma sei diventato come coloro che in giro per il pianeta sfregiano, sfigurano e ridicolizzano la femminilità che non capiscono né meritano. Ma la bellezza non si rapina, non si compra, non si deturpa con una violenza che rivela debolezza, fragilità, disumanità. La lacerazione che infliggi al corpo e all’anima della donna crocifissa – conclude il sacerdote – è una sconfitta individuale e collettiva che grida al Cielo tutta la sua disperata ingiustizia. Non c’è però tenebra tanto oscura da impedire alla misericordia divina di rischiararla. Il mondo inizia a cambiare quando il pugno si apre in una carezza. La conversione comincia laddove la maschera di sopraffazione e disprezzo lascia il posto alla sincera invocazione di perdono”.

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