Ue: Interfaith Youth Convention, dibattito tra Frans Timmermans e 300 giovani di fedi diverse su Green Deal e sfide ecologiche

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Riattualizzare lo “spirito” dei padri per ricostruire oggi, come alla fine della Seconda guerra mondiale, un futuro migliore. E’ quanto ha chiesto questa mattina Frans Timmermans, vice-presidente esecutivo della Commissione europea e Commissario per il “Green Deal” ai giovani rappresentanti delle varie religioni, cristiani, ebrei, musulmani, buddisti e bahá’í dei diversi Paesi dell’Unione Europea. Il confronto – animato da un vivace scambio di opinioni, esperienze e domande – è avvenuto nell’ambito di una conferenza zoom promossa dalla Commissione degli episcopati Ue (Comece). Più di 300 giovani si sono collegati per partecipare alla “Interfaith Youth Convention”, dalla Georgia al Portogallo.

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Dopo la Cop26 di Glasgow, la Conferenza è stata un’opportunità per presentare al Commissario europeo Timmermans “i desideri e le proposte dei giovani su come affrontare alcune delle più grandi sfide ecologiche e sociali del nostro tempo”. I ragazzi stanno lavorando alla redazione di un Documento sulle sfide ambientali, proponendo prospettive e idee sul Green Deal europeo e formulando proposte su cinque aree tematiche legate all’iniziativa dell’UE. A lavorare a questo progetto sono oltre 100  giovani europei delegati da diverse organizzazioni religiose attive a livello europeo. Nel loro rapporto, sottolineano la necessità di adottare un approccio integrale perché – affermano facendo eco a Papa Francesco – “tutto è interconnesso”. “I nostri padri – ha detto Timmermans – si sono trovati alla fine della Seconda guerra mondiale a ricostruire dalle macerie l’Europa. Lo fecero non tanto per loro stessi ma per i loro figli e i loro nipoti. Sapevano che non avrebbero personalmente guadagnato molto per se stessi, ma lo fecero lo stesso e lo fecero con entusiasmo, perché volevano che le generazioni future potessero vivere in un modo e in un mondo migliore. La vostra persistente richiesta di agire oggi è estremamente importante e va nella stessa direzione”. “Penso che la questione ambientale rappresenti oggi una delle sfida più complesse degli ultimi decenni e penso che vada affrontata oggi”. “Abbiamo una responsabilità politica di fare tutto quanto sia possibile fare oggi per promuovere cambiamenti nei modi in cui viviamo, produciamo, nel modo in cui ci rapportiamo all’altro. Tutti devono contribuire in modo positivo e in solidarietà con tutti, per le possibilità che ciascuno ha e nelle diverse istituzioni in cui opera. Ma penso che le religioni possono giocare  un ruolo incredibilmente importante per far capire perché dobbiamo reagire, perché è necessario fare qualcosa e farlo adesso, e perché dobbiamo tutti avvertire questa responsabilità al cambiamento”.

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L’incontro – moderato da padre Manuel Barrios Prieto, segretario generale della Comece, si era aperto con l’intervento dell’ imam Ajmal Masroor che ha tracciato un percorso di impegno per l’ambiente secondo lo spirito del Corano e con una preghiera di Sua Santità Gyana Vaira Rinpoche, 43° successore del fondatore della “Sakya School of Tibetan Buddhism”.

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