Parlamento Ue: approvata risoluzione per un salario minimo “equo e adeguato”. Avanti con la contrattazione collettiva

(da Strasburgo) Il Parlamento europeo ha deciso di avviare colloqui con i governi Ue su una direttiva che garantirà a tutti i lavoratori un salario minimo “equo e adeguato”. La plenaria ha approvato il mandato concordato dalla commissione per l’occupazione e gli affari sociali con 443 voti a favore, 192 contro e 58 astensioni. I negoziati inizieranno non appena il Consiglio avrà concordato la propria posizione. La proposta di direttiva su un salario minimo mira a “stabilire dei requisiti di base per garantire un reddito che permetta un livello di vita dignitoso per i lavoratori e le loro famiglie”, spiegano al Parlamento europeo. I deputati propongono due possibilità per raggiungere questo obbiettivo: un salario minimo legale (il livello salariale più basso consentito dalla legge) o la contrattazione collettiva fra i lavoratori e i loro datori di lavoro. Inoltre, il Parlamento vuole rafforzare ed estendere la copertura della contrattazione collettiva obbligando i Paesi Ue con meno dell’80% dei lavoratori coperti da questi accordi a prendere misure efficaci per promuovere questo strumento.
In chiusura di plenaria i deputati hanno inoltre approvato una risoluzione di iniziativa legislativa sulla migrazione legale con finalità lavorativa. Nel testo, si auspica la creazione di un pool di talenti europei per far incontrare i candidati di Paesi terzi con i potenziali datori di lavoro con sede nell’Ue, per alleviare la carenza di manodopera nei Paesi dell’Unione. Il sistema dovrebbe basarsi sull’esistente portale Eures. Il testo è stato approvato a maggioranza qualificata, con 497 voti favorevoli, 160 contrari e 38 astensioni. Il Parlamento chiede “uno schema di inserimento per i lavoratori di Paesi terzi con un livello di istruzione medio-basso e un quadro di riconoscimento per le loro competenze e qualifiche”. Tale schema dovrebbe facilitare l’ingresso legale nell’Unione di imprenditori stranieri che vogliono creare imprese e start-up, e per i lavoratori altamente mobili come gli artisti e i professionisti della cultura.

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