Migranti: Ripamonti (Centro Astalli), “erigere muri, bloccare le persone e lasciar morire in mare non sono le soluzioni”

Cordoglio e sgomento per le vittime del naufragio nel Canale della Manica viene espresso oggi dal Centro Astalli. “È urgente mettere in atto politiche migratorie che consentano una gestione legale degli ingressi e degli spostamenti tra gli Stati europei – afferma -. È il momento di superare il regolamento Dublino che impedisce gli spostamenti di richiedenti asilo all’interno dei Paesi europei. È uno strumento inadeguato e datato, superabile da politiche che mettano al centro fattori che favoriscano l’integrazione dei migranti”. Secondo il centro dei gesuiti “l’ampliamento delle possibilità di ricongiungimento familiare con parenti che vivono in Europa, stabilire programmi di resettlement per quote significative di rifugiati, prevedere in modo sistematico visti di ingresso e canali umanitari che consentano l’ingresso in Europa in modo legale e sicuro, permetterebbero una distribuzione razionale e programmata in tutti gli Stati europei. Nonostante il dichiarato intento di porre fine al traffico di esseri umani, non abbiamo ancora visto un impegno europeo significativo su questo tipo di misure, che sono le uniche in grado di contrastare effettivamente lo smuggling”. “Assurdo pensare di poter fermare chi si mette in cammino in cerca di salvezza – afferma padre Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli -. Bisogna agire e programmare per accogliere e integrare in maniera costruttiva ed efficace. L’Unione europea, sempre più chiusa in se stessa, sempre più ripiegata sui propri confini, sulle proprie paure, ha rinunciato deliberatamente alla sua vocazione di essere baluardo di civiltà e democrazia. Erigere muri, bloccare i migranti in Paesi non sicuri e lasciar morire non possono essere le soluzioni al complesso fenomeno delle migrazioni”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia