Coronavirus Covid-19: mons. Brambilla (Novara), “non rinasceremo solo perché torneremo a vivere senza pericolo di contagiarci”

“Mentre aspettiamo il vaccino come viatico per una vita nuova, non possiamo non farci una domanda: che cosa dobbiamo lasciare dell’uomo vecchio e che cosa possiamo far rinascere nel tempo nuovo?”. Lo scrive mons. Franco Giulio brambilla, vescovo di Novara, nel discorso alla città e alla diocesi, in occasione della festa di San Gaudenzio. “Abbiamo qualche mese per metterci anche noi in fila tra i sopravvissuti e i salvati”, prosegue il presule, che esorta “a fissare nella mente e nel cuore che cosa non possia­mo continuare ad essere e a fare come accadeva prima”. “Il tempo che ci separa dalla rinascita porta con sé l’appello a una decisione esistenziale, personale, familiare e sociale”, la tesi di Brambilla, secondo il quale “rinascere richiede di concentrarsi sull’essenziale”, scommettendo innanzitutto sull’educazione: “Senza visione e senza formazione, non si va da nessuna parte. Mettiamo al centro la componente educativa della società per assicurarci nel futuro donne e uomini che hanno una visione creativa del mondo”. “Non rinasceremo solo perché  torneremo a vivere senza pericolo di contagiarci”, il monito: “Senza il corredo di una visione e di una luce spirituale la nostra rinascita sarà solo un ritorno alla spensieratezza di prima: l’abbiamo visto l’estate scorsa e si ripete ogni volta che vengono allentate le regole delle zone rosse o arancioni”. “Scendiamo in campo insieme per la rinascita”, l’invito del vescovo, insieme alla proposta concreta ditrovare, in questo anno, uno spazio di confronto (‘stati generali’) per immaginare il futuro prossimo”.

 

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