Samaritanus bonus: Spagnolo (Univ. Cattolica), “‘stare’ accanto al paziente e applicare pienamente legge cure palliative”

Nel nostro Paese esiste “un’ottima legge come la 38/2010 sulle cure palliative e la terapia del dolore”, ma “non sempre viene applicata appieno e questo spesso conduce ad un aumento della richiesta di eutanasia come unico mezzo per alleviare il dolore”. Lo sostiene in un’intervista al Sir Antonio G. Spagnolo, coordinatore della Sezione di bioetica e medical humanities della Facoltà di medicina e chirurgia dell’Università cattolica, commentando la lettera Samaritanus bonus sulla cura delle persone nelle fasi critiche e terminali della vita, pubblicata il 22 settembre dalla Congregazione per la Dottrina della fede.
Un testo con l’analisi delle varie circostanze “dal punto di vista dottrinale e della riaffermazione di principi chiave del magistero”, da rinviare ora “al discernimento del personale sanitario che nella situazione concreta si trova ad accompagnare il paziente nella fase finale della vita, e che dai quei principi è certamente illuminato nel suo operato”, osserva Spagnolo. Importante il richiamo della lettera allo “stare” accanto al paziente da parte dell’operatore: “uno dei segni dell’amore e della speranza che porta in sé e che la dottrina intende affermare” e una risposta “all’esasperazione della cosiddetta autodeterminazione del paziente e alla sua sostanziale solitudine”. Solitudine e abbandono da sconfiggere con le relazioni. Allora, conclude il bioeticista, privilegiare “la pianificazione condivisa dei trattamenti invece che le disposizioni anticipate elaborate in solitudine dal paziente, esprime meglio la presenza e condivisione di chi sta accanto al malato e mostra il senso della ‘comunità sanante’”.

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