Commissione Ue: nuovo “Piano d’azione per l’unione doganale”. Gentiloni, “all’Italia benefici dall’utilizzo del Mes”

Bruxelles, 28 settembre: la conferenza stampa di Paolo Gentiloni (foto SIR/CE)

La Commissione europea ha varato oggi un nuovo “Piano d’azione per l’unione doganale” che “definisce una serie di misure per rendere le dogane dell’Ue più intelligenti, innovative ed efficienti nei prossimi quattro anni”, secondo un comunicato dell’esecutivo. “Le misure annunciate rafforzeranno l’unione doganale quale fondamento del mercato unico e ne confermeranno l’importante ruolo nel proteggere le entrate dell’Ue e la sicurezza, la salute e la prosperità dei cittadini e delle imprese dell’Unione”. Paolo Gentiloni, commissario per l’economia, ha dichiarato: “L’unione doganale dell’Ue è stata una delle prime realizzazioni concrete dell’integrazione europea e da oltre cinquant’anni contribuisce a proteggere gli europei e a mantenere il flusso degli scambi commerciali attraverso le nostre frontiere, che sono solo tanto forti quanto il loro anello più debole. Oggi le nuove sfide impongono di rendere più intelligenti le nostre norme doganali e di garantirne un migliore funzionamento per gli Stati membri, i cittadini e le imprese legittime. Per questo sono necessari un utilizzo dei dati più efficiente, strumenti e attrezzature migliori e una cooperazione più approfondita all’interno dell’Unione e con le autorità doganali dei Paesi partner”. Il Piano d’azione presentato oggi comprende una serie di iniziative in settori quali la gestione del rischio, la gestione del commercio elettronico, la promozione della conformità e l’azione congiunta delle autorità doganali.
Sollecitato dalle domande dei giornalisti, Gentiloni ha poi affermato che sul Mes (cosiddetto fondo salva-Stati) “il lavoro svolto a Bruxelles è stato togliere le condizionalità che erano nei programmi economici generali dello scorso decennio. Quindi oggi questo prestito non è soggetto a condizionalità”. La decisione di utilizzare o meno questi fondi anche per la risposta alla pandemia e alla crisi da essa generata, “compete ai singoli governi. Ma certamente l’Italia ha bisogno di migliorare il sistema sanitario, che ha dato ottima prova durante la crisi, pur avendo messo in luce necessità di miglioramenti”. In questo senso “l’Italia è tra i Paesi che possono avere un vantaggio maggiore rispetto ad altri visti i nostri tassi di interesse”.

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