Colombia: “mea culpa” dei capi delle Farc per i sequesti di persona. Padre de Roux (Commissione della Verità), “passo verso la pace”

“Aver usato durante il conflitto, durato 53 anni, l’arma del sequestro di persona è stato un ‘errore gravissimo’”. Lo hanno messo nero su bianco, lunedì scorso, otto ex comandanti delle disciolte Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) a circa quattro anni dalla firma degli accordi di pace con il Governo colombiano. Per questo gli ex guerriglieri hanno chiesto pubblicamente perdono per questo alle vittime e alle loro famiglie. La dichiarazione è contenuta in una lettera aperta diffusa dopo un incontro fra la Commissione della Verità e l’ex candidata alla Presidenza Ingrid Betancourt, che rimase in mano della guerriglia per sei anni. “Oggi, 14 settembre – si legge – i sottoscritti che hanno fatto parte del segretariato delle Farc e che hanno firmato nel 2016 gli Accordi di Pace, siamo qui per chiedere, dal punto più profondo del nostro cuore, perdono pubblico a tutte le nostre vittime dei sequestri e alle loro famiglie”. Ribadendo dunque il loro pentimento, i leader guerriglieri hanno ribadito che “il sequestro ha solo lasciato una profonda ferita nell’anima dei colpiti ed ha danneggiato la nostra legittimità e credibilità”. Oggi, “comprendiamo il dolore che abbiamo causato a tante famiglie, figli, figlie, madri, padri, fratelli e amici, che hanno vissuto in un clima d’inferno, attendendo notizie dei loro cari”.
La lettera è firmata da Rodrigo Londoño, conosciuto col nome di battaglia di Timochenko; Julián Gallo, alias Carlos Antonio Lozada; Jaime Alberto Parra, alias Mauricio Jaramillo; Pablo Catatumbo; Pastor Alape; Milton de Jesús Toncel, conosciuto come Joaquín Gómez; Rodrigo Granda, e Juan Hermilo Cabrera, detto Bertulfo Álvarez.
Un’importante presa di posizione sulla lettera arriva, via Twitter, dal presidente della Commissione della Verità, il gesuita Francisco de Roux: “Le Farc si scusano con tutti gli ostaggi e le loro famiglie per l’inferno di dolore causato. Riconoscono che, così facendo, hanno ferito a morte la propria dignità. Fanno un passo verso la pace basata sulla verità, che merita di essere accolta da chi crede che sia possibile”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori