Terra Santa: Capi Chiese Gerusalemme, “gruppi destra religiosa ebraica vogliono assumere controllo di proprietà cristiane alla Porta di Giaffa”

Solidarietà e sostegno alla Chiesa greco-ortodossa sono stati espressi dai Capi delle Chiese di Gerusalemme dopo la recente sentenza della Corte distrettuale della Città Santa riguardo una disputa, lunga 16 anni, per la vendita di alcuni immobili nei pressi della Porta di Giaffa – all’ingresso del Quartiere cristiano – tra il Patriarcato greco ortodosso e il gruppo ebraico di destra Ateret Cohanim. La vendita, condotta dall’allora Patriarca Ireneo I, fu contestata dalla stessa comunità cristiana greco-ortodossa, cosa che spinse il Santo Sinodo a deporre il patriarca. La Corte di fatto ha rigettato il ricorso del Patriarcato greco ortodosso che riteneva “illegale e non autorizzata” quella vendita. In una nota diffusa oggi i 13 Patriarchi e Capi delle Chiese e comunità cristiane di Gerusalemme ribadiscono la loro unità e impegno a “salvaguardare lo status quo storico dei siti santi e i diritti delle chiese universalmente riconosciuti”. “Il caso della Porta di Giaffa minaccia questo Status Quo per questo sosteniamo fortemente gli sforzi della Chiesa greco-ortodossa nel loro appello alla giustizia”. Per i firmatari della nota, tra i quali il Patriarca ortodosso Theophilos III, padre Francesco Patton, Custode di Terra Santa, e mons. Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico del Patriarcato latino di Gerusalemme, il caso “non è una semplice disputa sulla proprietà” quanto piuttosto il tentativo di “gruppi radicali della destra religiosa ebraica di assumere il controllo delle proprietà alla Porta di Giaffa nel tentativo sistematico di minare l’integrità della Città Santa, ostacolare la via dei pellegrini cristiani e indebolire la presenza cristiana a Gerusalemme”. “Questo caso – ribadiscono – non riguarda solo la Chiesa greco-ortodossa e le sue proprietà. Danneggerà anche la pacifica coesistenza delle comunità per le quali Gerusalemme è conosciuta”. Da qui l’appello al governo israeliano di “agire per salvaguardare l’integrità del patrimonio cristiano nella Città Vecchia, i luoghi santi e i diritti degli abitanti del quartiere cristiano di Gerusalemme. Luoghi – concludono i capi delle Chiese – che oltre due miliardi di cristiani in tutto il mondo considerano il vero cuore della loro fede; che milioni di pellegrini cristiani visitano ogni anno e in cui i cristiani locali vivono la loro fede”.

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