Ospedale Bambino Gesù: Enoc (presidente) su gemelline siamesi, “quando una vita può essere salvata lo si deve fare”

Una storia iniziata da lontano, quella delle due gemelline siamesi centrafricane unite per la testa e separate con successo all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. A raccontarla è stata oggi in conferenza stampa, a distanza di un mese dall’ultimo intervento, la presidente dell’ospedale della Santa sede, Mariella Enoc, che nel luglio 2018 era in missione in Centrafrica, nella capitale Bangui, per seguire i lavori di ampliamento della struttura pediatrica voluta da Papa Francesco. È lì che incontra le due gemelline appena nate e decide di farsene carico, portandole a Roma, per dare loro maggiori possibilità di sopravvivenza. Ervina e Prefina erano venute alla luce pochi giorni prima, il 29 giugno, nel centro medico di Mbaiki, un villaggio a 100 km da Bangui. Nessuna indagine prenatale: la mamma Ermine e i medici scoprono che si tratta di una coppia di gemelle siamesi solo al momento del parto cesareo. Il piccolo centro sanitario, però, non è attrezzato per prendersene cura, così la famiglia viene trasferita nella capitale centrafricana. “Mi hanno colpito particolarmente – racconta Enoc – Avevano pochi giorni di vita, erano in un lettino e mi si disse che difficilmente potevano continuare a vivere. Così decisi di portarle in Italia”. Da quel momento, prosegue la presidente, “è cominciato un lunghissimo cammino” ma è bello “pensare che due bambine nate nel posto più povero del mondo con questa è stranissima congiunzione possono ritornare ad una vita pienamente e normale”. “Certo – riconosce – tanti bambini muoiono nel mondo, ma io ho incontrato quelle due piccole e ho pensato che quando si incontra una vita che può essere salvata lo si deve fare”.

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