Omotransfobia: Podrecca (Ugci Piacenza), ddl è “manovra di accerchiamento e limitazione libertà di pensiero”. Rischio “colonizzazione ideologica”

Nonostante le rassicurazioni dei promotori, ed in particolare del relatore Alessandro Zan, “la proposta di testo unificato del ddl omofobia risulta invece una impressionante manovra di accerchiamento e limitazione della libertà di pensiero e dell’azione che su tale pensiero deve, coerentemente, potersi fondare”. Lo sostiene Livio Podrecca, presidente Ugci (Unione giuristi cattolici italiani) di Piacenza. Il testo, afferma in una nota, “pone le premesse per una futura, aspra, repressione di ogni attività e comportamento che, senza alcuna istigazione all’odio né alla violenza, semplicemente distingua, sotto il profilo morale ed antropologico, non già le persone in sé, ma le loro condotte, esprimendo sulle pratiche omosessuali, così come sulle unioni civili e la cosiddetta omogenitorialità, un giudizio negativo”. “Ferma la libertà di ciascuno di determinarsi come preferisce in ambito privato e sempre salva la dignità della persona – rimarca -, la libertà di pensiero deve potersi manifestare in una opposizione rispettosa ma ferma alla parificazione delle unioni tra persone omosessuali alla famiglia naturale; alla promozione di tali stili di vita nella vita pubblica, nell’insegnamento e, in genere, in ambito educativo, in particolare quando vi sia coinvolta la responsabilità genitoriale”. Il ddl Zan tende, al contrario, a realizzare “in modo repressivo una operazione culturale di colonizzazione ideologica” di “enorme portata, tentando di scardinare” gli ultimi valori dell’umanesimo cristiano, “fondato sul diritto naturale, sul quale è stata costruita e resa grande la civiltà occidentale”. Secondo Podrecca, “le pretese di inculturazione delle istanze del gender postulano il potere dell’uomo di agire sul piano scientifico e morale autodeterminandosi a suo piacere ed arbitrio. Si tratta di una visione radicalmente inconciliabile con le istanze del diritto naturale. Sono quindi fondate – conclude il giurista – le voci, che da tempo si levano da più parti della società civile, di allarme sociale contro questo progetto di legge”.

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