Diocesi: mons. Lambiasi (Rimini), “non possiamo permetterci di lasciarci infettare dal virus della globalizzazione dell’indifferenza”

Partendo da un “assist” di Papa Francesco, come l’ha definito lui, il vescovo di Rimini, mons. Francesco Lambiasi, invia una lettera aperta a tutta la comunità diocesana per condividere le proprie riflessioni sulla fase attuale della pandemia. “Peggio di questa crisi, c’è solo il dramma di sprecarla” è lo stimolo che arriva dal Santo Padre e dal quale prende vita il pensiero di mons. Lambiasi, sull’importanza di vedere le opportunità di questo tempo così difficile. “Ora non possiamo permetterci di lasciarci infettare da un altro virus ancora più micidiale, la globalizzazione dell’indifferenza – le parole del vescovo –. In questo tempo raccogliamo le domande che salgono dentro di noi: cosa ci sta chiedendo il Signore in questo tempo? Perché un Dio buono permette tanto dolore nella vita dei suoi figli? In queste domande si raccoglie l’urgenza di una lettura sapienziale e spirituale di ciò che è accaduto e che sta tuttora accadendo”.
Domande complesse, alle quali mons. Lambiasi risponde attraverso le immagini della Pasqua. “La lente del mistero pasquale – continua la lettera – ci consente di decifrare i messaggi che Dio scrive dritto anche sulle righe più storte della nostra storia”. Così il tempo della pandemia viene visto in relazione a quello pasquale, in cui tutti “ci siamo sentiti un po’ nella tomba” ma dal quale può nascere la festa della Domenica, una nuova Pasqua. E questo può avvenire se saremo in grado di superare “la tentazione di considerare la pandemia una brutta parentesi, anziché una prova per crescere, o di vedere nella pandemia un flagello del cielo per i peccati degli uomini, come se il nostro Dio fosse un boss implacabile, e non l’Abbà di Gesù”. “Dalla festa di Pasqua nasce la Domenica – conclude il vescovo –. È vero che molte volte sembra che Dio non esista: vediamo ingiustizie, cattiverie, indifferenze e crudeltà che non diminuiscono. Però è altrettanto certo che nel mezzo dell’oscurità comincia sempre a sbocciare qualcosa di nuovo, che presto o tardi produce un frutto. Ogni giorno nel mondo rinasce la bellezza, che risuscita trasformata attraverso i drammi della storia”.

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