Siria: Oxfam, appello a Ue e Onu per intervento immediato in grado di salvare milioni di vite

Dopo quasi 10 anni di guerra e migrazioni forzate, con oltre 6 milioni di sfollati interni e 5 milioni e mezzo di rifugiati fuori dal Paese, la Siria si trova oggi a dover affrontare la piaga della fame che rende milioni di persone più esposte e vulnerabili al Covid-19, che ha già causato oltre 250 casi registrati ufficialmente. È l’allarme lanciato, alla vigilia della Conferenza annuale sulla crisi in programma oggi a Bruxelles, da Oxfam e altre 6 organizzazioni, tra cui Humanity & Inclusion, Care International, World Vision International, International Rescue Committee, Mercy Corps, e Norwegian Refugee Council. Sotto la presidenza congiunta di Ue e Nazioni Unite, la quarta conferenza di Bruxelles avrà l’obiettivo di raccogliere fondi e raggiungere un accordo sui necessari cambiamenti politici, in sostegno dei siriani all’interno del Paese e nella regione. Da qui l’appello congiunto delle 7 organizzazioni per un aumento immediato degli aiuti internazionali e un intervento in grado di garantire l’accesso umanitario, prima che sia troppo tardi. A causa delle restrizioni imposte dalla pandemia, del crollo della lira siriana, milioni di persone – spesso sfollate all’interno della Siria stessa o nei Paesi confinanti – non hanno cibo a sufficienza o denaro per far fronte a necessità basilari; 9,3 milioni di siriani – è la denuncia delle associazioni – si trovano già oggi in una condizione di totale insicurezza alimentare e altri 2 milioni potrebbero aggiungersi, con un incremento del 42% rispetto allo scorso anno. Nel nord-ovest del Paese, il cessate il fuoco concordato tra Russia e Turchia a marzo “mostra le sue falle”, con combattimenti e bombardamenti aerei ripresi da maggio. Rifugio per oltre 4 milioni di persone, i governatorati di Idlib e Aleppo nord “rischiano adesso una vera catastrofe umanitaria, con il potenziale diffondersi del virus”. Senza strutture e attrezzature sanitarie impossibile prevenire il contagio, affermano le organizzazioni, che denunciano come nei “campi informali sovraffollati e fatiscenti l’acqua scarseggi, le infrastrutture sanitarie e civili siamo decimate”. “Chiediamo ai leader mondiali di aumentare le risorse finanziarie rispetto agli anni precedenti, per dare ai siriani non solo una chance di sopravvivenza, ma l’opportunità di ricostruire le proprie vite in sicurezza e dignità – ha detto Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia –. Chiediamo inoltre al Consiglio di Sicurezza dell’Onu di rinnovare la risoluzione di aiuto transfrontaliero per il nord-ovest della Siria, per un periodo di 12 mesi e di consentire nuovamente l’accesso nell’area alle organizzazioni umanitarie, per garantire aiuti alle persone più vulnerabili. Ora più che mai è necessario intervenire per salvare vite dalla pandemia e dal collasso economico”.

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