Sfollati interni: Santa Sede, oltre 41 milioni nel mondo, “dovrebbero poter rimanere nelle loro case in pace e sicurezza”

Alla fine del 2018, secondo l’Internal Displacement Monitoring Centre (Idmc), 41.3 milioni di persone in tutto il mondo erano sfollate interne, il più alto numero registrato nella storia. A fornire il dato sono gli Orientamenti pastorali sugli sfollati interni, pubblicati dalla sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale. Nel volume, si accoglie  la definizione di sfollati interni (Internally Displaced People, IdP) fornita dai Principi guida sugli sfollati (1998) delle Nazioni Unite: “Quelle persone o gruppi di persone che sono stati forzati o obbligati a fuggire o a lasciare le loro abitazioni o i luoghi abituali di residenza, in particolare come conseguenza di un conflitto armato o per evitarne gli effetti, di situazioni di violenza generalizzata, di violazioni dei diritti umani o di disastri naturali o provocati dall’uomo, e che non hanno valicato un confine di Stato internazionalmente riconosciuto”. In più, il Dicastero pontificio aggiunge un’ulteriore causa scatenante dello sfollamento interno: “Governi e soggetti del settore privato, incluse milizie private, gruppi estremisti e multinazionali sono talvolta responsabili dell’acquisizione, pianificata o arbitraria, di certi territori. Lo scopo è spesso la realizzazione di infrastrutture o altri progetti immobiliari, ma anche attività estrattiva, coltivazioni intensive e appropriazione di terreni. L’esproprio potrebbe verificarsi senza una corretta consultazione e un’equa compensazione delle comunità colpite o senza provvedere al loro reinsediamento e riabilitazione, così creando uno sfollamento interno”.
“La Chiesa cattolica riconosce e apprezza gli sforzi della comunità internazionale per costruire un quadro normativo finalizzato alla protezione degli Idp, così come l’impegno di molti operatori della società civile nel rispondere all’emergenza dello sfollamento interno”, si legge nell’introduzione: “Nondimeno, questi non possono sostituire il ruolo primario dei governi nazionali e delle autorità locali”. “Fornire una serie di considerazioni chiave, che possano essere utili alle Conferenze episcopali, Chiese locali, congregazioni religiose e organizzazioni cattoliche, così come agli agenti pastorali e a tutti i fedeli cattolici nella pianificazione pastorale e nello sviluppo di un programma per l’effettivo aiuto agli sfollati interni”, lo scopo del documento, in cui si ribadisce che “la Chiesa riconosce e reitera il diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza delle persone nel loro paese d’origine”: “Le persone tutte, indipendentemente dal loro status migratorio, dovrebbero poter rimanere nelle loro case in pace e sicurezza, senza il pericolo di essere forzosamente sfollate”.

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