Fine Ramadan: mons. Nosiglia (Torino), “partecipiamo alla gioia del vostro rinnovamento nel digiuno, nella preghiera e nelle opere buone”

“Partecipiamo alla gioia del vostro rinnovamento nel digiuno, nella preghiera e nelle opere buone, augurando a tutti voi, alle vostre famiglie, ai bambini e ai malati, buon ‘Id al-fitr”. Si conclude con queste parole la lettera che l’arcivescovo di Torino e amministratore apostolico di Susa, mons. Cesare Nosiglia, ha inviato alla comunità musulmana per la festa di fine Ramadan.
“Quest’anno le religioni cristiana, ebraica e musulmana, nel rispetto dei consigli degli scienziati e delle prudenti norme delle autorità del Governo italiano, il cui scopo è di limitare la diffusione del coronavirus, non hanno potuto celebrare le rispettive feste della Pasqua, di Pesah e del ‘Id al-fitr, molto ravvicinate nel tempo per una singolare coincidenza”, osserva l’arcivescovo, rivelando che “sentiamo il profondo dispiacere di non poter esprimere la dimensione comunitaria della fede, che rafforza la fede personale in Dio, la gioia della Sua presenza nelle nostre vite e la volontà di servirlo e testimoniarlo con opere giuste e buone davanti agli uomini”.
“Ci rallegriamo con tutti voi dell’appello del principe della Giordania Al Hassan bin Talal – presidente del Forum del Pensiero arabo e della Foundation for Intercultural and Interfaith Research and Dialogue – che esorta a condividere il progetto di un approccio globale della Zakat, intesa come opera di beneficenza per tutta l’umanità”, sottolinea mons. Nosiglia, aggiungendo che “per questo, ha lanciato l’appello ‘La solidarietà e il risveglio della coscienza umana”, nel quale invita a creare una “istituzione mondiale per la Zakat e la solidarietà’, quale punto di partenza per la concretizzazione della misericordia divina”. “Gli ulema aderenti al progetto a loro volta hanno emanato una fatwa che invita a versare la Zakat con uno o due anni di anticipo, per soddisfare le esigenze dei più bisognosi”, prosegue l’arcivescovo, sicuro che “così questo tempo, che sembrerebbe più sterile e triste degli scorsi anni, diventa per Dio un’occasione di trarre il bene dal male”.

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