Giovedì Santo: mons. Melillo (Ariano Irpino), ai sacerdoti, “gusteremo la Pasqua del Signore nella sua forma ‘primordiale’, chini solo sul Mistero”

“Le difficili circostanze di quest’anno ci chiedono di celebrare il mistero pasquale in un modo nuovo, unico. Sappiamo, tuttavia, che la vittoria del Signore, crocifisso e risorto, è piena e definitiva e che ogni volta che celebriamo la sua Pasqua, nella Eucaristia, pur senza i nostri fedeli, una marea di Grazia raggiunge il cuore del mondo e lo rinnova”. Lo scrive mons. Sergio Melillo, vescovo di Ariano Irpino-Lacedonia, in una lettera ai sacerdoti, per il Giovedì Santo, al tempo del coronavirus.
“La rinuncia, quest’anno, alla bellezza di una liturgia pienamente partecipata e alla ricchezza della pietà popolare sarà l’occasione per tornare a celebrare e gustare la Pasqua del Signore nella sua forma ‘primordiale’ – evidenzia il presule -, chini sul solo Mistero, come un tempo i Dodici nel cenacolo. L’assenza di tanta preoccupazione ‘organizzativa’ che gli altri anni ci ha, forse, impedito una attenta contemplazione ora diventa occasione per stare fermi, davanti alla rocciosa nudità dell’Amore di Cristo, che ‘svuotò se stesso’ sulla croce. Possiamo quest’anno vivere con più verità quel ‘cuore a cuore’ che il Signore chiese a Pietro, Giacomo e Giovanni alla vigilia della sua Passione, nel Getsemani, senza farci sopraffare dalla stanchezza”.
Poi, un invito: “Lo sguardo alle cadute e alle ferite di Cristo ci porti ad osservare con più misericordia le cadute e le ferite nostre e dei fratelli, per versarvi, quali ‘buoni samaritani’, ‘l’olio della consolazione e il vino della speranza'”.
“‘Cristo è davvero risorto. Tu, Re vittorioso, abbi pietà di noi!’. Lo sappiamo: questa Sua misericordia non mancherà”, conclude mons. Melillo.

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