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Scuola: mons. Seccia (Lecce), “luogo delle amicizie più sincere, docenti siano disponibili all’ascolto”

“La scuola non è solo un luogo di fatica per una sterile acquisizione di idee e concetti, ma sia lo spazio dei sogni, il luogo delle amicizie più sincere e costruttive, sia la ‘patria’ della solidarietà, dell’ascolto, della condivisione e della reciproca fiducia”. Lo scrive l’arcivescovo di Lecce, mons. Michele Seccia, nel messaggio rivolto al mondo della scuola che opera nella diocesi  – alunni, dirigenti, docenti, personale Ata e famiglie -, all’inizio del nuovo anno scolastico. Inoltre, quest’anno ha voluto lanciare l’invito a un momento di preghiera aperto a tutti. E non in una chiesa ma, in un’istituto scolastico. Infatti, domani, sabato 7 settembre, alle 12.30, il presule presiederà una celebrazione eucaristica d’inizio anno scolastico aperta a tutto il mondo della scuola nell’aula magna dell’Istituto “G. Deledda”, a Lecce, dove per due giorni i docenti di religione cattolica della diocesi saranno impegnati in un seminario di aggiornamento e formazione dal titolo: “L’Avventura educativa e le nuove fragilità. Il contributo dell’Insegnante di Religione Cattolica”. L’invito di mons. Seccia è a “rispondere con impegno e competenza alle esigenze della nostra cara nazione per costruire una società più giusta e capace di includere ogni forma di diversità e fragilità, anzi il nostro impegno deve diventare tale che le differenze non devono essere viste come muri o filtri ma semplicemente una ricchezza da far emergere e valorizzare”. Agli studenti l’arcivescovo dice che “la vostra giovinezza è una risorsa straordinaria che non può essere nascosta ma, posta in cima, deve illuminare ogni cosa”. “Gli anni trascorsi tra i banchi di scuola siano arricchiti di relazioni significative e positive – è l’auspicio del presule – che per sempre possano lasciare una traccia nel solco della vostra vita”. Infine, rivolgendosi ai docenti, mons. Seccia chiede loro di “intercettare sempre le sfide e i bisogni speciali dei nostri ragazzi”, di “essere disponibili all’ascolto, solerti nel tendere la mano, forti nel sostenere le fragilità”.