Seminario nazionale
“I corpi intermedi restano centrali, oggi più di ieri, per garantire un sistema democratico, sia perché sono lo strumento che unisce trasparenza e qualità della rappresentanza sia perché sono la cura democratica alle tendenze neo-plebiscitarie che aleggiano sempre più nel nostro Paese. Nelle decisioni politiche prescindere dai meccanismi della rappresentanza, e dal concorso plurale dei corpi intermedi, rischia di minare pericolosamente le basi della nostra democrazia, che non può essere consegnata a distorte concezioni di gestione diretta, telematica o a leadership costruite al di fuori del circuito della rappresentanza democratica”. Lo ha sostenuto Carlo Costalli, presidente del Movimento cristiano lavoratori (Mcl), introducendo, oggi, il tema del Seminario nazionale di studi e formazione “I corpi intermedi e la sfida al populismo e alla tecnocrazia”, in corso a Senigallia.
Secondo il presidente di Mcl, “in questo momento, io credo che non sia solo il populismo a minacciare la nostra democrazia, piuttosto la vera minaccia è iniziata con la delegittimazione dei corpi intermedi. La democrazia, e il nostro Paese in particolare, hanno ancora bisogno della società civile organizzata. Rivitalizzare i corpi intermedi significa ridare ossigeno alla democrazia, che non può prescindere dai concetti di pluralismo, di sussidiarietà, di partecipazione popolare”.
Secondo Costalli, “diventa sempre più urgente riannodare i fili di questa società disgregata e in profonda crisi valoriale, una crisi valoriale che è strettamente collegata anche alla crisi economica. Una situazione così critica come quella in cui ci troviamo oggi – sfiducia nei partiti, leaders improvvisati, astensionismo in crescita – va arginata e noi siamo chiamati ad una grande responsabilità: dobbiamo contrastare l’ondata dell’antipolitica ed impegnarci a far uscire la politica dalla palude in cui è sprofondata per ricostruire un tessuto sociale sano, fondato su valori condivisi, ed in cui la politica rimetta al centro del dibattito la persona umana e il perseguimento di un autentico bene comune”.
Un ruolo spetta anche ai cattolici: “Come cattolici, non possiamo esimerci dall’indicare un percorso da cui ripartire con un impegno concreto e costante. I corpi intermedi devono assumersi le loro responsabilità, incrementare il confronto e la partecipazione. E se negli ultimi anni hanno subito un organico progetto di destrutturazione, occorre invertire questa rotta e riconoscerne l’importanza perché da sempre rappresentano un valore aggiunto per la democrazia e per il bene comune dell’Italia ed un prezioso collante per la società. E, se riformati – perché molti devono essere riformati – possono svolgere un ruolo importante per il futuro del nostro Paese”.