Conflitti: all’Onu il premier Conte indica il progetto “Rondine” come modello di mediazione

“Dobbiamo ricorrere in maniera più sistematica agli strumenti di soluzione pacifica delle controversie che sono a nostra disposizione, a partire dalla mediazione, e coinvolgere in questo sforzo tutti i settori della società, incluse le donne, inclusi i giovani. Mi piace ricordare un’iniziativa italiana, concepita in un piccolo borgo della Toscana si chiama Rondine. Da oltre trent’anni, pensate, centinaia di giovani provenienti da Paesi tra loro in conflitto sono stati invitati a convivere, a sperimentare un dialogo quotidiano, divenendo nei fatti, giorno dopo giorno, ‘messaggeri’ di pace”. È quanto ha detto il premier Giuseppe Conte alla 74ª Assemblea generale dell’Onu in corso in queste ore a New York. “Accogliamo con gioia e grande senso di responsabilità il fatto che Conte abbia portato l’esperienza di Rondine all’attenzione delle Nazioni Unite, come modello di nuovo umanesimo – commenta il presidente di Rondine, Franco Vaccari – ricordando “che dietro questa formula, dietro questi numeri ci sono rapporti tra esseri umani” e sottolineando la necessità di “attribuire a questi rapporti il significato di un confronto tra donne e tra uomini”, perché solo così “i nostri sistemi di governo conserveranno un volto umano e non scoloriranno in sistemi autoritari” – continua Vaccari, citando Conte –. È questa la missione di Rondine, che oggi più che mai si offre come modello per rimettere al centro della governance mondiale una leadership rigenerata dalla forza della relazione”. “Come ci ha insegnato Greta Thunberg in questi giorni – prosegue Vaccari – oggi sono i giovani a portare all’attenzione dei Capi di Stato le emergenze del pianeta. La guerra, i conflitti armati non possono più essere temi secondari nelle agende degli Stati. Oggi è la voce dei giovani di Rondine ad alzarsi, di quei duecento giovani che sono cresciuti con la paura di un nemico che sta al di là del muro e che oggi hanno trovato la chiave per sradicare quel fantasma dal loro vissuto e costruire insieme un nuovo orizzonte di pace”.

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