Missionari

Padre Pier Luigi Maccalli: mons. Lompo (Niamey) ad Acs, “il suo impegno per lo sviluppo dava fastidio ai jihadisti”

Domani pregheranno per padre Pier Luigi Maccalli, il missionario della Società delle Missioni Africane, rapito la notte del 17 settembre 2018 dalla missione di Bomoanga, in Niger, dove era parroco, anche tutte le parrocchie di Niamey e Maradi, le uniche due diocesi cattoliche del Niger, come riferisce ad Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs) l’arcivescovo di Niamey, mons. Laurent Lompo, il quale tiene a ricordare la grande opera del missionario italiano da 12 anni in Niger: “Padre Maccalli è un missionario fortemente impegnato nella pastorale che ha fatto moltissimo in ambito educativo e sanitario. È molto amato anche dalla comunità islamica e tanti musulmani si uniranno a noi in preghiera per la sua liberazione”. Un impegno, quello di padre Gigi per lo sviluppo e l’alfabetizzazione, che per il presule potrebbe essere tra le cause del rapimento: “I jihadisti stanno mettendo in atto una guerra contro il progresso e l’istruzione. Sicuramente il bene fatto da padre Maccalli dava loro fastidio e il suo sequestro ha significato un grave rallentamento nello sviluppo dell’area, nonché la chiusura momentanea della scuola locale”. Per motivi di sicurezza, infatti, la parrocchia del religioso italiano è stata chiusa, così come la scuola che, afferma il presule, “potrà riaprire soltanto se il governo assicurerà la necessaria protezione”.
Aiuto alla Chiesa che soffre, che da un anno ha sostituito sui profili social il proprio logo con il volto di padre Maccalli, continua a tenere accesi i riflettori sulla vicenda. “Chiediamo alle autorità e ai media che non vi siano nostri connazionali rapiti all’estero di serie A e di serie B – dichiara il direttore di Acs, Alessandro Monteduro –. Tutti hanno egual bisogno del sostegno di ciascuno di noi”.