“L’unità cristiana, infatti, non è uniformità. L’uniformità è la distruzione dell’unità; e la verità cristiana non è monocorde, ma “sinfonica’”. Lo ha detto Papa Francesco durante l’udienza con i vescovi orientali cattolici in Europa ricevuti questa mattina, nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano. “La comunione cattolica fa parte della vostra identità particolare ma non le toglie nulla, anzi contribuisce a realizzarla pienamente – ha aggiunto il Pontefice -, ad esempio proteggendo dalla tentazione di chiudersi in se stessa e di cadere in particolarismi nazionali o etnici escludenti”. Da Francesco anche un monito: “i particolarismi che diventano populismi vogliono comandare e uniformare tutto”. Nelle parole del Papa la consapevolezza che “oggi troppe disuguaglianze e divisioni minacciano la pace”, ma anche l’invito a sentirci “chiamati a essere artigiani di dialogo, promotori di riconciliazione, pazienti costruttori di una civiltà dell’incontro, che preservi i nostri tempi dall’inciviltà dello scontro”. “Mentre tanti si fanno risucchiare dalla spirale della violenza, dal circolo vizioso delle rivendicazioni e delle continue accuse reciproche, il Signore ci vuole seminatori miti del Vangelo dell’amore”. Quindi, l’incoraggiamento a essere “nella famiglia cristiana coloro che s’impegnano a sanare le ferite del passato, a superare pregiudizi e divisioni, a dare speranza a tutti camminando fianco a fianco con i fratelli e le sorelle non cattolici”. La via indicata è fatta di “preghiera, umiltà e carità”, “non di rivendicazioni locali, neppure tradizionaliste”. “Camminando insieme, facendo insieme qualcosa per gli altri e per la nostra casa comune, riscopriamo, al cuore della nostra cattolicità, il significato antico attribuito alla sede romana, chiamata a ‘presiedere alla carità di tutta la Chiesa’”.