Sono ripresi nella cattedrale di Irsina (Mt) i lavori assembleari per il Sinodo diocesano di Matera, giunto all’undicesima sessione. Nel suo intervento, l’arcivescovo mons. Antonio Giuseppe Caiazzo ha chiarito come, “una Chiesa diocesana che non si interroga, non si confronta, non fa discernimento, si limita solo a redigere norme e precetti per regolarizzare la vita sacramentale, la prassi burocratica”. Lo spirito comunionale che invece deve ispirare l’esperienza in corso nell’arcidiocesi di Matera-Irsina implica “profonda e ampia collaborazione tra vescovo e presbiteri, tra religiosi e laici non per interessi personali, di parte o parrocchiali”. “Una Chiesa che ascolta ed è ascoltata, una Chiesa capace di favorire l’ascolto al suo interno, tra i suoi figli, è il tratto distintivo di una Chiesa in cammino”, prosegue il presule. Dopo aver ripreso il magistero di Papa Francesco su evangelizzazione e Chiesa in uscita, mons. Caiazzo tira le fila del lavoro svolto finora dal Sinodo, tra il discernimento per un nuovo processo missionario e la presa di coscienza del proprio essere comunità: “Quanto si sta facendo fa superare quei muri che a volte appaiono insormontabili. Se non fosse così tutto sarebbe scontato e invece Dio permette le critiche, le fragilità, perché sono necessarie per vagliare al meglio quanto il Signore ci sta chiedendo”. E conclude: “C’è bisogno di vicinanza per riscoprire che il vero amore è preghiera quando si traduce in condivisione, nel camminare insieme, con gioie e dolori, attese e speranze”.