Papa Francesco: Bruni, “andrà nel Regno di Thailandia e in Giappone dal 19 al 26 novembre 2019”
“Nei giorni dal 19 al 26 novembre 2019 si svolgerà il viaggio apostolico di Papa Francesco nel Regno di Thailandia e in Giappone”. Lo ha comunicato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni. Il portavoce vaticano ha precisato che su invito del Governo del Regno della Thailandia e dei vescovi del Paese, “il Papa compirà un viaggio apostolico nel Regno della Thailandia dal 20 al 23 novembre 2019. Accogliendo l’invito del Governo e dell’episcopato del Giappone, Francesco si recherà nel Paese dal 23 al 26 novembre 2019, dove visiterà le città di Tokyo, Nagasaki ed Hiroshima”. Il motto della prima tappa del viaggio apostolico è “Discepoli di Cristo, discepoli missionari”, con un richiamo ad un anniversario: i 350 anni dell’istituzione del Vicariato apostolico di Siam, che ricorre nel 2019. È riferito, invece, alla tutela della vita e del Creato il tema del viaggio apostolico in Giappone. Il motto è: “Proteggere ogni vita”, con la “t” di “protect” a forma di croce. È tratto dalla “Preghiera cristiana con il creato” che conclude l’enciclica diPapa Francesco “Laudato si’” sulla cura della casa comune. L’esortazione è a rispettare non solo la dignità di ogni persona, ma anche l’ambiente, soprattutto in un Paese come il Giappone in cui la minaccia nucleare – si legge nella descrizione del motto – “rimane un problema persistente”. (clicca qui)
Terremoto Centro Italia: Conte, “a dicembre scadono i termini per le domande per la ricostruzione, dal governo no a ulteriori proroghe”
“A dicembre 2019 scadono i termini per la presentazione delle domande in particolare per i danni lievi. Chi è interessato si deve affrettare” perché “paradossalmente la prospettiva di un’ulteriore proroga rallenta quella della ricostruzione”. “Per poter procedere e accelerare il processo ricostruttivo dobbiamo definire il perimetro della ricostruzione, chi è interessato e chi no. Il governo non è intenzionato a dare ulteriori proroghe”. Lo ha affermato oggi pomeriggio il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, ad Accumoli dove ha incontrato gli amministratori locali delle zone terremotate. “Dobbiamo entrare in quest’ottica: la ricostruzione non si può realizzare in un anno o due, occorreranno degli anni”, ha precisato il premier. “In questo momento – ha proseguito – dobbiamo intervenire per accelerare questo processo, per superare alcune criticità” come quelle relative, ad esempio, al fatto che “le istanze per quanto riguarda le domande per la ricostruzione privata procedono molto lentamente”. E questo “molto spesso è dovuto al fatto che ci sono procedure burocratiche complesse che rallentano questo processo”. Conte ha poi rilevato che “emerge che ci debba essere un modello normativo per la ricostruzione da utilizzare una volta per tutte, anche per il futuro”. (clicca qui)
Omicidio Andria: mons. Mansi (vescovo), “l’odio è diventato una costante del nostro vivere quotidiano”
“Ormai non è più una percezione: l’odio è diventato una costante del nostro vivere quotidiano da esercitare nei confronti dell’altro”. Con queste parole il vescovo di Andria, mons. Luigi Mansi, commenta al Sir l’omicidio che si è consumato nella città pugliese, ieri sera, in seguito a un litigio per una mancata precedenza a una rotatoria poco distante dal centro cittadino. “Guidare è un atto giornaliero – continua -, che ci invita alla buona educazione, al rispetto del codice della strada, all’attenzione alle proprie azioni e alle incolumità del prossimo. Ma sembra, invece, che tutte queste buone prassi di convivenza civile siano sostituite dall’odio, un sentimento negativo che mordendo con rabbia e cattiveria ha divorato il cuore dell’umanità”. (clicca qui)
Per il teologo don Luigi Epicoco, “viviamo usando il cuore come un tappeto sotto il quale nascondere tutte le cose che non vanno della vita. Accumuliamo tutta questa frustrazione, malessere, infelicità, insoddisfazione. E appena c’è l’occasione che fa alzare questo tappeto, viene fuori tutto il male che abbiamo ingoiato per molto tempo. Il problema serio non è l’atto dell’ira in quel momento ma tutto quello che lo precede”. Commentando quanto accaduto ad Andria, il teologo sottolinea che “nessuno di noi dice ‘sono capace di uccidere’ finché non siamo messi in una situazione in cui perdiamo il controllo”. “Ogni mattina dovremmo estirpare le piccole cose che rendono infelice la vita, perché possono diventare le tragedie di domani”.. (clicca qui)
Commissione Ue: von der Leyen chiarisce significato del portafoglio inteso a “proteggere il nostro stile di vita europeo”
(Bruxelles) Ursula von der Leyen risponde alle polemiche sulla dicitura “il nostro stile di vita europeo”, quella assegnata al portafoglio del candidato greco alla Commissione, Margaritis Schinas, che dovrebbe occuparsi di “proteggere il nostro stile di vita europeo”, appunto, che significherebbe sicurezza e migrazione. La risposta arriva con un tweet, in cui la presidente eletta riporta integralmente l’articolo 2 del Trattato di Lisbona che afferma: “L’Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini”. Von der Leyen è però attesa il 19 settembre prossimo alla conferenza dei presidenti dei gruppi parlamentari per rispondere di persona alle perplessità su questa e altre “novità” della nuova Commissione. (clicca qui)
Uragano Dorian: Caritas in campo alle Bahamas, si temono oltre 1.300 dispersi
Una grande desolazione, ma anche una macchina della solidarietà che si sta mettendo in moto. Si presentano così, a una settimana dal terribile passaggio dell’uragano Dorian, le due isole di Grand Bahama e Abaco, nella zona nordoccidentale dell’arcipelago delle Bahamas. Desolazione del territorio, ma anche desolazione dei cuori, come riferisce al Sir in una drammatica testimonianza padre David Cooper, parroco della comunità dedicata a Maria Stella del Mare, a Freeport, capoluogo della Grand Bahama: “Al momento molte persone sono traumatizzate in seguito agli eventi. I bambini sono diventati muti nelle loro abilità sociali, gli adulti sono intorpiditi dal trauma e sopraffatti dalla realtà di dover ricominciare a costruire le loro case. Non hanno ancora compreso la gravità dell’uragano e il suo impatto sulla loro vita”. 50 vittime ufficiali, 2.500 dispersi, 5mila evacuati. Le vittime confermate sono 50, ma i dati ufficiali riferiscono di 1.300 dispersi e il bilancio è destinato comunque ad aggravarsi. (clicca qui)
Polonia: iniziative per annunciare il Vangelo con fantasia. Don Siwinski, “il più grande bisogno è essere amati”
Saranno una ventina i ciclisti che il 18 settembre partiranno da Koszalin, nel nord della Polonia, “per annunciare il Dio vivente e la sua misericordia, guidati dalla voce dello Spirito Santo”. La “Carovana” farà ritorno alla Casa della Divina misericordia alla fine del mese, dopo aver percorso in bicicletta la regione della Pomerania sulle rive del Mar Baltico. Per il quarto anno consecutivo la Carovana della Divina misericordia, ideata da don Radoslaw Siwinski, porterà la parola di Dio nei paesini più sperduti, condividendo con i loro abitanti la testimonianza della vita con Gesù. Don Radek, questo il soprannome, è convinto che “il più grande bisogno dell’uomo sia quello di essere amati” e che tale desiderio “possa essere colmato solo da Dio vivente e dall’uomo che si prenda a cuore la sorte dell’altro, di colui che è nel bisogno”. I partecipanti alla Carovana partono da Koszalin senza provviste, senza alcuna sicurezza riguardo i luoghi in cui dormire, senza nemmeno un’indicazione relativa alla strada da percorrere. Tra le altre iniziative in programma, si spazia dalle missioni nelle stazioni balneari del Baltico ai pellegrinaggi verso Compostela, dagli incontri nei villaggi rurali per le persone indigenti, i rosari lungo i confini nazionali, le “preghiere sotto la croce”(clicca qui)
Commercio di armi: mons. Zedda (Iglesias), “licenziando i lavoratori della Rwm di Domusnovas non vince nessuno, ci sono solo perdenti”
“Con dispiacere e con grande apprensione ho appreso degli imminenti licenziamenti alla Rwm di Domusnovas per la riduzione di commesse, conseguente alle decisioni ministeriali sul traffico d’armi verso l’Arabia Saudita. Con questa prospettiva non vince nessuno”. Non nasconde la sua amarezza, mons. Giovanni Paolo Zetta, vescovo di Iglesias, per come sta procedendo la vertenza che interessa i lavoratori della fabbrica sarda. “In questo modo – spiega – non vince lo Stato, che pensa di aver risolto il conflitto costituzionale con un intervento vago e con modalità che sanno di atteggiamento pilatesco. Non vince il Comitato per la riconversione Rwm, perché il loro progetto rimane incompiuto nella sola rivendicazione, finora teorica, di una riconversione. Non vince un certo tipo di pacifismo ideologico, perché la pace resta lontana e purtroppo laggiù si continuerà a morire”. A perdere, in questo braccio di ferro, “unicamente e malamente sono le maestranze in odore di licenziamento, senza neppure il conforto, per molti, degli ammortizzatori sociali”. Nel sottolineare la sua contrarietà ad un ritorno alla situazione precedente, mons. Zedda esprime il più preoccupato dissenso nei confronti della gestione del problema, “a mio giudizio assai approssimativa ed unilaterale e non adeguata alla doverosa tutela del diritto ad un lavoro degno per tutti”. (clicca qui)