
“Da parte nostra c’è una piena apertura. Anche nell’ultimo incontro con il Santo Padre abbiamo chiesto la possibilità di una sua visita. Cerchiamo di fare tutto affinché in Ucraina tutte le condizioni che possono rendere possibile una sua visita, si realizzano”. Lo ha detto Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina parlando ai giornalisti al termine del Sinodo della Chiesa greco-cattolica ucraina, che si è tenuto quest’anno a Roma ed è iniziato con un’udienza con Papa Francesco. “Ogni volta che incontriamo il Santo Padre – ha detto Shevchuk – gli ricordiamo che l’Ucraina lo aspetta”. Della visita del Santo Padre i 50 vescovi riuniti in Sinodo ne hanno parlato anche con il cardinale segretario di Stato Parolin. Con lui si è discusso delle “condizioni che possono permettere una tale visita perché – ha spiegato Sua Beatitudine – è importante considerare la sensibilità della Chiesa più grande in Ucraina, che in questo momento è la Chiesa legata a Mosca”. Parlando ai giornalisti sul volo di ritorno dall’Africa, Papa Francesco ha detto a proposito di una sua visita in Spagna, che per il momento la priorità vanno ai Paesi più piccoli. “L’Ucraina – ha osservato Shevchuk – è un grande Paese ma siamo il Paese più povero dell’Europa. Un Paese colpito dalla guerra, un Paese dove è attualmente in corso una catastrofe umanitaria e ecologica”. Dopo la tragedia di Chernobyl negli anni ’80, oggi l’Ucraina è alle prese con l’inquinamento delle acque provocato dalla guerra. “Vedo che l’Ucraina risponde alla sensibilità di Papa Francesco”, ha concluso l’arcivescovo maggiore. “La sua sensibilità verso i poveri, la sua sensibilità ecologica ma anche la sua sensibilità per il tema della pace. Oggi tutto il mondo sta cercando di trovare una soluzione diplomatica alla guerra. Non è facile fermare un aggressore come la Russia. Sappiamo la soluzione militare non esiste. Il Papa ha detto con la guerra si perde tutto, con la pace si può guadagnare tutto. La visita del Papa potrebbe realmente far cessare le armi oggi in Ucraina. Queste tre sensibilità ci danno la speranza che un giorno vedremo il Papa con noi in Ucraina”.