“La permanenza delle persone all’interno delle sale d’attesa (waiting rooom) presso i valichi di frontiera è configurata dal Garante nazionale come una privazione de facto della libertà personale, non disposta o convalidata dall’autorità giudiziaria e che rischia di non dare effettività alle garanzie sostanziali e procedurali”. Lo afferma il Garante nazionale delle persone private della libertà Mauro Palma, che nei mesi scorsi ha visitato i locali in uso alle Forze di Polizia presso gli Aeroporti di Fiumicino e Malpensa e presso il Porto di Civitavecchia. “In nessuna area del territorio nazionale i diritti fondamentali delle persone possono essere sospesi”, afferma il Garante nel Rapporto ora consultabile sul sito del Garante nazionale. Raccomanda “urgentemente l’adozione di una norma primaria che eviti tale rischio”. Il Rapporto è stato inviato anche ai Presidenti del Senato e della Camera. Il Garante raccomanda “che le soluzioni predisposte per accogliere temporaneamente le persone respinte alla frontiera siano urgentemente rese compatibili con il riconoscimento e la tutela dei diritti fondamentali”. Fra le criticità segnalate molte riguardano le condizioni materiali dei locali nei quali le persone vengono trattenute. In particolare, nei locali visitati è stata constatata “l’assenza di luce naturale e l’impossibilità per le persone trattenute di accedere a spazi esterni. In molti casi le persone straniere sono sistemate in brandine da campo e a volte in situazioni di promiscuità fra uomini e donne”. Nell’aeroporto di Fiumicino il Garante si è poi imbattuto “in un locale di sicurezza, dotato di una parete a vetro e privo di suppellettili”: al Garante è stato riferito che viene adoperato “per ospitare persone pericolose o turbolente”. Il Garante esprime “preoccupazione per la presenza di un ambiente di questo tipo, che amplifica la sensazione di costrizione delle persone”. A destare “forti perplessità” sono poi alcune limitazioni al diritto all’incontro con i propri avvocati. Il Garante nazionale sollecita il Ministero dell’Interno “a dotarsi in frontiera di un servizio stabile di mediatori linguistici e interpreti, presenza che a oggi è assicurata solo saltuariamente”. Nel giugno scorso, il Garante nazionale ha visitato anche i locali in uso alle Forze di Polizia presso il valico di frontiera del Porto di Bari. Questa visita sarà oggetto di un altro Rapporto che, come da prassi, verrà inviato alle autorità competenti e poi reso pubblico.