Giornate nazionali
Tessere fraternità per aprirsi all’altro, cercando ciò che unisce più che ciò che divide, pensando che le trame del dialogo sono voci e gesti di uomini e donne di buona volontà. Ne ha parlato, nella seconda delle Giornate nazionali di spiritualità missionaria promosse dalla Fondazione Missio ad Assisi, Milena Santerini, docente presso l’Università Cattolica di MiIano, affrontando il tema “Tessiture di fraternità. Muoversi tra culture e religioni diverse”. Santerini si è soffermata sulle caratteristiche del nostro tempo, pensando a come la Chiesa può e deve conservare la sua vocazione all’universalità: “In quella che si può definire la bella epoque globale, convivono realtà frammentate e pluraliste. Nei circa 200 Paesi del mondo ci sono 5.000 diversi gruppi etnici, due terzi dei Paesi hanno almeno una minoranza etnica o religiosa che costituisce il 10% della popolazione. Salvare le differenze è importante, è un antidoto all’uniformità di stili di vita e di consumi. Ma bisogna mettere in conto che le differenze possono anche dividere… Non possiamo accontentarci di descrivere il meticciato di culture esaltando le differenze per rispettarle o per ribellarci all’uniforme”.
Evitando i rischi di relativismo, bisogna ricordare le parole di Papa Ratzinger che sottolineava che ogni cultura ha bisogno dell’altro perché “tutto ciò che in una cultura si chiude al dialogo appare una deficienza della cultura stessa…. La dimensione interculturale scaturisce dall’intrinseca aperture al senso universale dell’uomo”. Dobbiamo formarci alla “cultura dell’incontro” di cui spesso parla Papa Francesco, ricordando che “la fratellanza o fraternità è una condizione esistenziale, una coscienza di una relazione tra fratelli e sorelle figli di Dio e insieme un progetto di futuro”, ha concluso Santerini.