Quella del Perdono di Assisi è una festa particolarmente amata e vissuta nella diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. E questo non solo per la grande presenza francescana sul proprio territorio – a partire dal santuario de La Verna – ma anche perché erano aretini due dei frati scesi con san Francesco a Roma da Papa Onorio III. La testimonianza diretta di fra’ Benedetto d’Arezzo e fra’ Rainiero di Mariano d’Arezzo, frati del convento della basilica di san Francesco, costituì di fatto un importante elemento per la determinazione del cosiddetto Diploma di Teobaldo, il principale documento storico relativo alla concessione dell’indulgenza, redatto dal frate minore e vescovo di Assisi Teobaldo (da cui il nome) ed emanato dalla curia vescovile assisiate il 10 agosto 1310.
Anche quest’anno la diocesi di Arezzo ha scelto come punto di riferimento per le celebrazioni del Perdono di Assisi l’eremo delle Celle di Cortona. Numerosi gli incontri liturgici in programma. Si parte la mattina alle 8 con la messa presieduta da mons. Italo Castellani, arcivescovo emerito di Lucca; alle 9.30 sarà p. Luigi Ruggiero (guardiano) a presiedere la celebrazione eucaristica, mentre alle 11.30 la messa sarà celebrata da p. Valerio Mauro, ministro provinciale. Alle 18 sarà l’arcivescovo Riccardo Fontana a presiedere la celebrazione eucaristica. Anche nella basilica di S. Francesco ad Arezzo sarà celebrata una messa (alle 10) e ci sarà la possibilità di confessarsi durante tutta la giornata.
“L’aspetto religioso più importante del Perdono d’Assisi – spiega mons. Fontana – sta nella grande utilità spirituale per i fedeli stimolati, per goderne i benefici, al sacramento della confessione e della comunione eucaristica. Quindi l’evento del Perdono della Porziuncola deve intendersi come una manifestazione della misericordia infinita di Dio e un segno della passione apostolica di Francesco d’Assisi: un prezioso viatico spirituale per vivere con sempre maggiore intensità e partecipazione la comunione con la Chiesa locale e una continua conversione della nostra vita”.