
L’Organizzazione mondiale della sanità l’ha dichiarata un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale. Con più di 2.500 casi conclamati e 1.668 morti confermati nella regione del Nord Kivu, quella che è attualmente in corso nella Repubblica democratica del Congo è la seconda epidemia di ebola della storia. Avsi è presente nel Nord Kivu – e in particolare a Beni e Butembo – con progetti di prevenzione e supporto psicosociale. “Grazie ai fondi di Unicef e dal Fondo umanitario – spiega Nicolò Carcano, rappresentante di Avsi nella Repubblica democratica del Congo – stiamo lavorando nelle scuole. Formiamo gli insegnanti e il personale del provveditorato su come si trasmette il virus e che precauzioni prendere per evitare i contagi. Inoltre diamo supporto socio-psicologico ai parenti delle vittime, in particolare ai bambini rimasti soli e a rischio stigmatizzazione. Siamo di fronte alla seconda epidemia di ebola della storia e la prima in una zona di guerra e di fortissimo traffico transfrontaliero”. Carcano sottolinea come non sia facile intervenire in queste aree, “perché le persone hanno perso la fiducia in interventi che non sempre hanno rispettato i valori della tradizione locale e per la presenza di tensioni e conflitti tra milizie armate”. “Ma noi ci siamo”, aggiunge.