Ancora prima della proclamazione di Johnson a leader dei conservatori, la ministra Anne Milton, membro del partito conservatore, aveva rassegnato le sue dimissioni “molto preoccupata sul lasciare l’Ue senza un accordo”, ha scritto stamatina nella sua lettera indirizzata a Theresa May. Anche il ministro conservatore per lo sviluppo internazionale Rory Stewart ha ribadito stamane: “A motivo delle diversità di vedute sulla Brexit non potrò lavorare in un governo guidato da Johnson”.
Il leader laburista Jeremy Corbyn ha reagito all’elezione di Johnson in un commento affidato ai social: “Boris Johnson ha guadagnato il sostegno di meno di 100mila membri non rappresentativi del partito conservatore, promettendo tagli alle tasse per i ricchi, presentandosi amico dei banchieri e sostenendo una dannosa Brexit senza accordo”. Ma Johnson “non ha guadagnato il sostegno del nostro Paese”, dal momento che “dovrebbero essere i cittadini in questo Paese a decidere chi deve diventare primo ministro con una elezione”.
Boris Johnson has won the support of fewer than 100,000 unrepresentative Conservative Party members by promising tax cuts for the richest, presenting himself as the bankers' friend, and pushing for a damaging No Deal Brexit.
But he hasn't won the support of our country.
— Jeremy Corbyn (@jeremycorbyn) July 23, 2019
Johnson ha avuto il voto del 66% dell’87% di membri del partito Tory che sono andati a votare. Auguri a Boris Johnson sono stati rivoti da Nigel Farage, leader del partito Brexit, e alla sua “promessa di portare a termine a qualunque costo Brexit entro il 31 ottobre. Avrà il coraggio di farlo?”.