Intimidazioni delle forze di Polizia messicana nei confronti delle Case del Migrante che danno accoglienza, soprattutto a stranieri centroamericani. Le segnalazioni sono arrivate in queste ore dalle stesse strutture di accoglienza. La Casa del Migrante di Tijuana, gestita dai padri scalabriniani, ha denunciato che giovedì scorso, nel pomeriggio, alcuni membri della Guardia nazionale hanno bussato, per la prima volta, alla porta del centro di accoglienza per chiedere informazioni sugli stranieri ospitati. Il direttore della Casa, padre Patrick Murphy, ha negato l’accesso agli ambienti interni, spiegando che erano 128 le persone ospitate in quel momento. Gli agenti si sono intrattenuti ancora a lungo all’esterno della struttura, chiedendo ulteriori informazioni e documentazione. Padre Murphy, nel ritenere che si sia trattato di una vera e propria intimidazione, ha chiesto al Governo statale un incontro con le associazioni che si occupano della questione.
Un fatto simile si è verificato nel fine settimana anche a Saltillo (Coahuila), dove alcuni agenti della Polizia federale hanno tentato un’irruzione. L’accaduto è stato segnalato all’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite in Messico. L’Ufficio ha stigmatizzato l’accaduto e invitato le autorità messicane a rispettare la legge. Il riferimento è all’articolo 76 della legge sulle migrazioni, il quale afferma che “l’autorità competente non potrà realizzare visite di verifica sui migranti nei luoghi dove essi sono ospitati da organizzazioni civili o da persone che realizzano azioni umanitarie, di assistenza o di protezione verso i migranti”.