
“La politica come servizio, non di interessi personali o centri di potere, ma della vita e della crescita degli altri, per affermare la giustizia, la solidarietà, la cura del bene comune, il rispetto della persona umana, della sua vita e della sua dignità, che fonda i suoi diritti fondamentali e i rispettivi doveri, realtà ‘non negoziabili’”. Così l’arcivescovo di Ravenna-Cervia, mons. Lorenzo Ghizzoni, stamani in cattedrale nell’omelia della messa celebrata per la festa del patrono della città e dell’Emilia-Romagna, Sant’Apollinare. Un richiamo non solo a chi si impegna in politica ma a tutti i cristiani quello lanciato dal presule. A partire da un passo del libro di Ezechiele (Ez 34,1-10), “Guai ai pastori d’Israele, che pascono se stessi”, l’arcivescovo ha tracciato il quadro delle responsabilità di tutti i pastori (religiosi o laici) e dei cristiani di fronte al conflitto “tra fede e appartenenze politiche”. “Noi credenti, soprattutto in Italia e in Europa – ha riflettuto mons. Ghizzoni –, ci troviamo oggi in difficoltà di fronte alle scelte politiche e all’impegno nelle strutture amministrative, perché nel panorama attuale non riusciamo a vedere gruppi, partiti, movimenti o persone che rappresentino integralmente tutti i valori umani ed evangelici che vogliamo realizzare. Perciò molti cristiani si allontanano dalla politica e si astengono dal voto”. Dal presule un incoraggiamento alla partecipazione: “Non possiamo tirarci indietro e aspettare che arrivino i tempi del buon senso e della sapienza, del dialogo rispettoso e della condivisione degli obiettivi generali che realizzano il bene comune – ha ribadito mons. Ghizzoni -. Abbiamo il dovere, il mandato di impegnarci insieme, per realizzare la dimensione sociale del cristianesimo”. La direzione indicata dall’arcivescovo è quella indicata dal Vangelo: “Il cristiano è chiamato a far sì che la legge fondamentale dell’amore del prossimo ispiri e illumini la politica, ma non solo, anche la cultura, le leggi, le istituzioni, l’economia, i modelli di convivenza sociale, il sistema educativo e quello sanitario, il welfare, il mondo della comunicazione”. Mons. Ghizzoni ha poi richiamato al concetto di “fratellanza”. “Le ‘fratellanze’ sono divenute dei circoli chiusi, delle alleanze politiche contro qualcun altro, dei movimenti nazionalisti che vogliono affermare la superiorità di un popolo su altri popoli, addirittura dei gruppi terroristici che usano la appartenenza religiosa per darsi una identità e commettere violenze sui loro nemici. Siamo ben lontani dalla meraviglia e dall’entusiasmo di vivere la fraternità e la giustizia del Vangelo”.