“Se una cattiva politica nasconde una ‘cattiva cultura’, fatta di persone egoiste che non conoscono il proprio vero bene”, “una politica dei volti è capace di superare l’indifferenza e dare un nome alle persone e le prende sul serio”. Lo ha detto don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio per i problemi sociali e del lavoro della Cei, nel suo intervento su “senso della politica e forme della partecipazione oggi” al seminario su cattolici, politica e bene comune, in corso a Casa San Girolamo, a Spello (Pg). A promuoverlo, il Centro studi dell’Azione cattolica italiana. “L’uomo politico detesta la superficialità e abita la profondità” ha esordito il direttore dell’ufficio Cei, sottolineando come la coerenza è fatta di un “governo di sé e delle proprie passioni che fa acquisire forza e autorevolezza”. “L’interiorità coltivata è alla base del pensiero critico”, ha proseguito don Bignami, che proponendo una sorta di ‘elogio dell’immaginazione’ ha invitato i partecipanti a “non arrendersi alle situazioni e a reagire alla mediocrità, contro ogni deriva totalitaria”. Sull’esempio del venerabile Carlo Acutis, il direttore dell’Ufficio Cei per i problemi sociali ha invitato poi alla creatività, fatta di “capacità stupore e di lasciarsi illuminare dalla realtà” e che consente di “accettare i conflitti senza che questi vi schiaccino”. “Coraggio” è l’ultima parola chiave proposta da don Bignami, che ha concluso definendolo come “capacità di rischiare per un progetto più grande, che grazie all’ascolto e alla perseveranza insegna ad abitare le istituzioni con la presenza”.