Sempre più diffuse tra adulti, adolescenti e bambini le nuove dipendenze da Internet e social. Tra le più frequenti, spiega in un’intervista al Sir lo psicoterapeuta Emiliano Lambiase, coordinatore della Comunità terapeutica Sisifo che a Tuscania (Viterbo) si occupa di dipendenza comportamentali,” la dipendenza da giochi on line (Internet Gaming Disorders), l’unica ad essere effettivamente riconosciuta come dipendenza virtuale”. Altre, come ad esempio il gioco d’azzardo online, o il cybersex, sono manifestazioni di disturbi più ampi come il gioco d’azzardo patologico” o “la compulsività sessuale”. A questo si aggiunge la dipendenza da Facebook, Instagram e il cinese Tik Tok, e da Whatsapp e Telegram”. Vittime privilegiate le persone “con difficoltà emotive e relazionali, che utilizzano lo strumento tecnologico per compensare o risolvere i propri disagi”. I pazienti trattati sono soprattutto adolescenti e giovani (dai 14/15 anni fino ai 24), alcuni adulti, mentre non ci sono bambini in terapia perché gli specialisti lavorano direttamente con i genitori, dando loro indicazioni psico-pedagogiche. A spiegare l’aumento dell’abuso dei device digitali una società sempre più impostata sul “linguaggio” della tecnologia “incentrato sulle emozioni e non sui valori, veloce, frammentato, multitasking”, dice l’esperto. Sedentarietà e postura scorretta le conseguenza sulla salute fisica; più gravi quelle sulla salute psichica: diminuzione della capacità di riconoscere i contenuti della propria mente e di quella altrui – emozioni, pensieri, fantasie, desideri, sensazioni fisiche –; di distinguerli e collegarli tra loro e con la realtà esterna; di gestirli, regolarli e quando possibile modificarli con l’azione o il ragionamento”. Ma anche diminuzione di attenzione e concentrazione, di compassione, gentilezza, pazienza. In caso di patologie, si incrementano i disturbi preesistenti.