Lettera

Usa: card. DiNardo a Trump, “fuoriviante e insostenibile” il metodo nei confronti degli immigrati

(New York) Ha scritto direttamente a Trump il card. Daniel DiNardo, presidente della Conferenza episcopale americana, per invitarlo a riconsiderare le azioni messe in atto nei confronti degli immigrati da parte del Dipartimento per la sicurezza e che da settimane hanno creato un panico diffuso nelle comunità immigrate del Paese. “Condanno questo approccio – scrive DiNardo – perché ha creato un clima di paura nelle nostre parrocchie e sta causando un’inaccettabile sofferenza in migliaia di bambini al confine, poiché le autorità doganali separano le famiglie”. Il presidente dei vescovi Usa dichiara “fuoriviante e insostenibile” il metodo utilizzato dall’agenzia per l’immigrazione che attraverso questi piani vorrebbe dissuadere gli abitanti del Centroamerica dalla fuga dai loro Paesi. “È contrario ai valori americani e cristiani cercare di impedire alle persone di emigrare qui quando fuggono per salvare le loro vite e trovare sicurezza per le loro famiglie”, prosegue scagliandosi contro la decisione, presa stamani dall’amministrazione, di modificare le domande di asilo, in modo da aggiungere ulteriori ostacoli e barriere a chi ne avrebbe diritto: una decisione che dovrebbe entrare in vigore domani e che per i giuristi pone non pochi dubbi sulla sua legittimità e legalità. Secondo la nuova legge, i migranti che arrivano nel territorio degli Stati Uniti dal confine sud-occidentale non saranno ritenuti idonei a presentare domanda di asilo se non presenteranno richiesta per un rifugio sicuro in un Paese terzo, per raggiungere il quale è d’obbligo viaggiare per gli Usa. “Questo ci sottrae ad un dovere morale – ribadisce DiNardo – e impedisce agli Stati Uniti di assumere un ruolo guida nella comunità internazionale come garante del diritto di asilo”. Il cardinale invita, più che ad agire con ordini esecutivi, norme e minacce, a ricercare le cause e le giuste soluzioni ad una crisi umanitaria che spinge le famiglie a fuggire pur di salvarsi la vita e ad attuare una riforma umana del sistema dell’immigrazione dove anche la compassione e la dignità non vengano meno.