Rapporto Nazioni Unite

Fame nel mondo: mons. Arellano (Oss. Santa Sede), “l’umanità non ha fatto sufficientemente il suo dovere”

“L’umanità non ha fatto sufficientemente il suo dovere per i fratelli più poveri”. Con queste parole mons. Fernando Chica Arellano, Osservatore permanente della Santa Sede presso l’organizzazione Onu per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), presso il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad) e presso il Programma alimentare mondiale (Pam), commenta il rapporto 2019 sullo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo, presentato ieri a New York da cinque agenzie delle Nazioni Unite: Fao, Ifad, Unicef (Fondo per l’infanzia), Wfp (Programma alimentare mondiale) e Oms (Organizzazione mondiale della sanità). “La fame continua ad aumentare”, commenta Arellano in un’intervista a Vatican News: “Questo evidenzia la grandezza della sfida di raggiungere l’obiettivo di sviluppo sostenibile ‘Fame zero’ entro il 2030. Vuol dire che dobbiamo lavorare di più per fare meglio il nostro dovere come comunità internazionale e soprattutto come persone, anche a livello individuale”. “Il problema non è soltanto di denutrizione, ma anche di malnutrizione”, prosegue l’esponente vaticano: “Il rapporto ci sta dicendo che le persone che stanno dietro a questi numeri non hanno né un presente sereno né un futuro luminoso. La comunità internazionale veramente dovrebbe fare di più. Manca la volontà, soprattutto nel togliere le cause dovute all’uomo, come i conflitti, la crisi economica e i cambiamenti climatici. Questi tre continuano a essere i fattori che producono questi flagelli”. “Tutti possiamo fare qualcosa per lottare contro la fame”, l’invito: “Prima di tutto, non sprecare il cibo; poi, non passare, come ha fatto il sacerdote o il levita, davanti al povero chiudendo gli occhi o non ascoltando il grido degli affamati. Questo a livello personale. A livello parrocchiale e di altre ong, si stanno facendo veramente tante belle cose, si trovano delle iniziative bellissime. Ma si può fare di più”. La comunità internazionale, secondo Arellano, “deve crescere in solidarietà, perché la solidarietà, l’investimento nella pace sono un modo di lottare contro la fame. Se noi non sconfiggiamo la fame, tutti gli altri obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 credo non potranno essere raggiunti”.