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Fame nel mondo: Oxfam, “uno status quo inaccettabile”. Appello alla comunità internazionale e all’Italia per “politiche efficaci”

La notizia che ancora 820 milioni di persone soffrono la fame nel mondo (in aumento per il terzo anno di fila) è per Oxfam “uno status quo inaccettabile”. L’organizzazione umanitaria lancia perciò un appello urgente alla comunità internazionale e all’Italia, affinché smettano di “ignorare” un tema centrale per il futuro del pianeta e al contrario, intervengano con maggiori e immediati aiuti nei Paesi più colpiti, con “politiche efficaci in grado di eliminare nel medio periodo le cause che sono all’origine di quest’emergenza globale”. “Il tema della sicurezza alimentare è vergognosamente scomparso dall’agenda politica globale – afferma Giorgia Ceccarelli, policy advisor per la sicurezza alimentare di Oxfam Italia –. Sono passati ben dieci anni dalle due consecutive crisi alimentari, che hanno avuto impatti devastanti sulle persone più povere del mondo e sulla loro capacità di nutrirsi adeguatamente, eppure nulla è cambiato. I dati di oggi ci confermano che fin quando non si affronteranno le cause strutturali, fame e povertà continueranno ad aumentare”. Per contrastare la crescita della fame a livello globale è quindi necessaria una chiara inversione di marcia: mettere al centro i diritti umani e costruire un sistema alimentare equo e sostenibile. “La fame non è un fenomeno casuale, ma è figlia di un sistema alimentare globale che mette sempre di più gli interessi commerciali, davanti ai bisogni delle comunità più povere e vulnerabili – prosegue Ceccarelli -. Un trend che colpisce in primis i piccoli agricoltori che sono i primi produttori di cibo al mondo e soprattutto sono i promotori di un modello di agricoltura sostenibile per l’uomo e il pianeta”. Per l’Italia, la promozione della sicurezza alimentare, dell’agricoltura e dello sviluppo rurale rappresenta da molti anni uno dei pilastri della politica di cooperazione italiana allo sviluppo. Ma il livello di impegno finanziario del nostro Paese risulta costantemente inadeguato. Nel 2017, l’Italia, stando ai dati Ocse, ha destinato solo l’1,7% dell’Aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) alla cooperazione bilaterale, a sostegno dell’agricoltura e dello sviluppo rurale. “È prioritario che il governo italiano, così come la comunità internazionale faccia molto di più – conclude Ceccarelli – mantenendo le promesse con maggiori investimenti e politiche mirate a sostegno dei piccoli produttori agricoli del Sud del mondo”.