Corso formazione

Catechesi persone disabili: suor Donatello (Cei), “la Bibbia accessibile è un mondo dove ognuno può trovare un posto”

“La Chiesa con materna sollecitudine vuole che si facciano delle traduzioni. La Parola è relazione. Questo è il rischio che il Dio della Bibbia si è sentito di correre. L’importante è che ognuno possa leggerlo nella sua lingua. La Parola non è un libro riservato a pochi o agli intelligenti, ma è il libro più tradotto: 4.270 lingue del mondo e ne mancano duemila perché nessuno deve essere escluso”. Così suor Veronica Donatello, responsabile del Settore per la catechesi delle persone disabili dell’Ufficio catechistico nazionale della Cei, intervenendo al Corso di formazione organizzato ad Assisi (fino al 19 luglio) dal Settore dell’Apostolato Biblico e dal Settore della Catechesi delle persone disabili dell’Ufficio Catechistico nazionale: “La Bibbia va capita attraverso i linguaggi degli uomini. Dobbiamo ricordare a noi stessi come parliamo per capire come parla Dio, perché Dio si è piegato al linguaggio degli uomini. Ci possono essere dei linguaggi in cui dobbiamo essere attenti a capire la psicologia di chi parla nella Bibbia”. Per suor Donatello, “la Bibbia non solo ci informa ma ci forma. Ci racconta le sue opere di salvezza indubbiamente, ma conoscere non significa essere discepoli. Una catechesi biblica non può limitarsi a questo. Quella storia vuole inglobare, richiamare chi la legge ad esserne coinvolto. Il lettore della Bibbia è parte in causa. Quindi quella Parola deve essermi comprensibile. La Bibbia accessibile è un mondo dove ognuno può trovare un posto. Dobbiamo entrare in questo bosco con qualcuno che ci accompagna”.