Bolivia: allarme femminicidi, 73 dall’inizio dell’anno. Mons. Gualberti (Santa Cruz), “nessuno può restare indifferente”

È allarme femminicidi in Bolivia. Sono già 73 dall’inizio dell’anno e l’allarme è stato lanciato da José Antonio Revilla, presidente del Supremo tribunale di giustizia (Tsj), il quale ha chiesto al Governo di dichiarare “l’allerta nazionale” rispetto al fenomeno e di elaborare un piano d’emergenza basato soprattutto sulla prevenzione. La Bolivia ha il tasso di femminicidi (2 ogni 100mila donne) più alto di tutto il Sudamerica, secondo uno studio della Commissione economica per l’America Latina e il Caribe (Cepal). Il 40 per cento di tali atti avviene in ambito familiare e nel 90% dei casi l’omicida è legato ad abuso di alcol. Il dipartimento di La Paz è quello maggiormente coinvolto (25 casi) seguito da Cochabamba (15) e Santa Cruz (10). Sul problema è intervenuto ieri, nel corso dell’omelia domenicale, l’arcivescovo di Santa Cruz de la Sierra, mons. Sergio Gualberti Calandrina, segnalando che si tratta di un problema di tutta la società, rispetto al quale “nessuno può restare indifferente”, e chiedendo che “la giustizia, nello stretto compimento della legge, non lasci impuniti gli autori di questi crimini così orribili e codardi”. L’arcivescovo ha anche chiesto che “le istituzioni statali e civili avviino meccanismi per superare l’attuale situazione familiare e sociale e per coscientizzare i cittadini, a partire dall’infanzia e dalla gioventù, sui valori umani e cristiani, e tra questi il sacro rispetto di ogni persona e della vita umana e l’uguale dignità tra uomo e donna”.