(Strasburgo) Due inchieste indipendenti, pubblicate in questi giorni, hanno portato alla luce intimidazione e molestie alla Camera dei Comuni e alla Camera dei Lord – le inchieste sono a cura rispettivamente di Gemma White e di Naomi Ellenbogen -, tali da “richiedere una risposta collettiva urgente”, si legge nell’introduzione di una di queste. “Profondamente delusa” si è detta Liliane Maury Pasquier, presidente dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (Apce): “Questo tipo di comportamento è inaccettabile ovunque – ma nei corridoi del potere, tra coloro che rappresentano e aspirano a guidare la nazione, è particolarmente scioccante”. Westminster non è l’unico parlamento in cui questo genere di cose avvengono, come emerso in uno studio condotto lo scorso anno al livello europeo, secondo cui “oltre il 40% del personale parlamentare ha riferito di essere stato vittima di molestie sessuali sul posto di lavoro”. Questo il motivo per cui è nata l’iniziativa “#NonNelMioParlamento”, spiega ancora Maury Pasquier che ha portato “centinaia di parlamentari, e altri che lavorano con loro, a fare tutto il possibile per fermare le molestie sessuali, gli abusi e la violenza contro le donne nei parlamenti”. La presidente, che ha usato parole di apprezzamento per le autorità di Westminster che hanno voluto queste indagini, le ha esortate a “prendere misure energiche per porre fine a questa cultura tossica, anche rispondendo alle raccomandazioni di entrambe le relazioni”.