Rapporto Inps

Salario minimo: Fico, “uno degli strumenti di contrasto del lavoro povero”

“Il salario minimo legale è uno degli strumenti di contrasto del lavoro povero adottato in molti Paesi europei. Obiettivo del legislatore dev’essere quello di sdare piena attuazione a quanto stabilito dalla Costituzione: il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa”. Lo ha ribadito questa mattina il presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, in occasione della presentazione del Rapporto annuale dell’Inps tenutasi a Roma presso la Sala della Regina di Montecitorio. Fico ha sottolineato come sul salario minimo legale “Inps ci dice che su un totale di 14,9 milioni di rapporti di lavoro il 29%, circa 4,3 milioni, si colloca sotto le soglie minime di salario orario considerate dalla proposta di legge sinora presentata, tra gli 8 e i 9 euro”. “Inps – ha proseguito – ci ricorda poi come l’esigenza di un salario minimo sia stata trascurabile fino a qualche anno fa in quanto la contrattazione collettiva forte e centralizzata ha di fatto garantito ai lavoratori dipendente il diritto a livelli retributivi minimi. Questa capacità si è tuttavia indebolita negli ultimi tempi per effetto dell’aziendalizzazione delle relazioni di lavoro nonché dalla diffusione dei contratti pirata sottoscritti da nuove organizzazioni sindacali e datoriali di scarsa capacità rappresentativa”. Il presidente della Camera ha invitato ad “attuare scelte politiche e legislative secondo una logica di lungo periodo non legate alle scadenze elettorali”, sottolineando l’importanza del “dovere inderogabile di solidarietà e il principio di eguaglianza sostanziale”. Fico si è soffermato su “alcune tendenze positive” del mercato del lavoro che ha fatto registare “crescita del tasso di occupazione che ha superato a maggio i livelli pre—crisi” frutto anche del “decreto legge dignità con “un aumento considerevole dei contratti a tempo indeterminato e di trasformazioni”. Ma “permangono gravi criticità nel nostro mercato del lavoro: la bassa intensità del lavoro, soprattutto il part-time involontario; le sempre più elevate distanze tra chi percepisce bassi salari (prevalentemente i giovani sotto i 34 anni con lavori meno qualificati) e chi percepisce invece retribuzioni elevate svolgendo lavori qualificati”. E poi ci sono i divari territoriali con un tasso di disoccupazione nel Mezzogiorno doppio rispetto al resto del Paese. Nel Sud c’è “un chiaro fallimento del mercato che richiede misure aggiuntive e di stimolo all’occupazione”. Servono “maggiori investimenti pubblici e privati soprattutto in ricerca e sviluppo nei settori innovativi” così come occorre “destinare risorse alla formazione di qualità dei lavoratori e imprenditori”. Per il presidente della Camera, “deve rimanere costante l’impegno delle istituzioni perché nessuno rimanga indietro e sia lasciato solo”. E se “una delle principali sfide dei prossimi anni sarà sostenere le famiglie con figli promuovendo servizi dell’infanzia, la conciliazione tra lavoro e vita famigliare, una maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro”, è necessaria una “modernizzazione” del sistema di welfare che parta da una “maggiore solidarietà tra generazioni”.