Economia
(Bruxelles) Le previsioni di crescita del Pil per la zona euro nel 2019 restano invariate all’1,2% mentre quelle per il 2020 sono state leggermente riviste al ribasso, all’1,4%, a motivo del “ritmo più moderato della crescita” previsto di qui fino a fine anno (previsioni di primavera: 1,5 %). Quanto all’Ue le previsioni restano invariate all’1,4% nel 2019 e all’1,6% nel 2020. Questo dice oggi la Commissione europea che ha pubblicato le previsioni economiche estive: da sottolineare il trend in crescita “per il settimo anno consecutivo”, addirittura “più forte del previsto” nell’inizio 2019 per “fattori temporanei”: le miti condizioni atmosferiche dell’inverno e l’aumento delle vendite di automobili, oltre a misure di politica di bilancio che hanno aumentato il reddito disponibile delle famiglie in diversi Stati membri. Ma sul futuro si addensano nubi nere a motivo delle “tensioni commerciali a livello mondiale e significative incertezze a livello di politiche”, che hanno fiaccato la fiducia nel settore manifatturiero. Il segno positivo è sostenuto “dalla robusta crescita dell’Europa centrale e orientale, che fa da contraltare al rallentamento in Germania e in Italia”, ha sottolineato il commissario Valdis Dombrovskis, vicepresidente per l’euro. Tra i fattori di rischio per il futuro anche “una Brexit senza accordo”, ha ricordato Dombrovski. “Tutti i Paesi dell’Ue sono previsti in crescita sia nel 2019 sia nel 2020 grazie a un forte mercato del lavoro che sostiene la domanda”, ha fatto eco il commissario Pierre Moscovici, ma dati i rischi incombenti bisogna “intensificare gli sforzi per rafforzare la resilienza delle nostre economie e della zona euro nel suo complesso”.